3 maggio: World Press Freedom Day
Si celebra il 3 maggio il World Press Freedom Day, la giornata internazionale della libertà di stampa patrocinata dall’Assemblea generale dell’ONU per evidenziare l’importanza della libertà di stampa e ricordare ai governi i loro doveri per far rispettare l’articolo 19 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Ogni anno, la libertà di stampa è sotto il tiro incrociato di avversari di diversa natura: libertà, pluralismo, indipendenza e sicurezza. Il rischio della vita è l’allarme numericamente ancora più eclatante: non vogliamo dare cifre, ma basti pensare che il prezzo più alto pagato è in Sudamerica. Anche se i casi dei reporter stranieri sono quelli che fanno più clamore, in realtà a morire sono nella maggior parte i giornalisti locali. Giornalisti minacciati e che pagano con la vita il lavoro sul campo, in Paesi in guerra o dove la criminalità organizzata, il narcotraffico, la mafia non permettono intrusioni sul territorio. Ma anche giornalisti esposti all’aperto conflitto con il potere per aver chiesto trasparenza e responsabilità a governi e forze politiche.
La libertà. Che cos’è la libertà? Luigi de Rose La libertà di pensiero. La libertà di stampa, la libertà di insegnamento, la libertà religiosa, la libertà di scienza (Editore ilfilorosso, pagine 180) ha scelto di argomentare su un tema da sempre estremamente dibattuto da filosofi e teologi con presupposti e conclusioni diverse che continuano ad essere posto sul tappeto anche oggi come fondamento dell’agire umano e in modo particolare come fondamento della possibilità dell’etica, della vita morale.
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” Così recita l’articolo 21 della Costituzione. Tuttavia, dal dopoguerra a oggi, la stampa italiana è stata costretta a difendersi dalle continue aggressioni di poteri, istituzionali e non, che hanno cercato di imbavagliarla.
Oreste Flamminii Minuto “Troppi farabutti”. Il conflitto tra stampa e potere in Italia (Dalai Editore, pagine 172) individua le responsabilità di una magistratura incapace di cogliere la specificità giuridica dei reati d’opinione, di un mondo politico che fa di tutto per svilire la funzione dei media e piegarli ai propri scopi, e infine degli stessi editori e giornalisti che troppo spesso hanno rinunciato al loro compito di “cani da guardia della democrazia”.
Affermava giustamente Jean Paul Sartre che “l’uomo non ha libertà, ma è libertà”.