Ricostruire con il dialogo
La giustizia riparativa offre una prospettiva di riconciliazione, immersa pienamente nella concezione cristiana del perdono, e ora presente con la cosiddetta riforma Cartabia nell’ordinamento penale italiano, che apre la strada a un servizio di accompagnamento rivolto alla persona che si pone accanto al detenuto e alla vittima di reato.
Questa prospettiva va oltre la semplice punizione e si basa sulla partecipazione attiva di chi ha commesso l’ingiustizia, chi l’ha subita e l’intera comunità coinvolta. È un approccio che mira a prevenire e affrontare i conflitti in ogni sfera della vita e coinvolge tutte le parti interessate per raggiungere un’intesa comune su come riparare il danno o il torto subito e ottenere giustizia.
Ma anziché separare le persone o escludere quelle percepite come minaccia, i processi riparativi cercano di riunire le persone per annullare l’ingiustizia e alleviare la sofferenza attraverso il dialogo.
In questa dinamica, la partecipazione attiva è un elemento fondamentale. Chi ha commesso l’ingiustizia deve riconoscere il proprio errore e assumersi la responsabilità. La vittima, d’altra parte, ha l’opportunità di esprimere il proprio dolore e le proprie esigenze. La comunità offre supporto e accompagna il processo.
La pazienza e l’impegno sono elementi essenziali. La riconciliazione richiede tempo e sforzo da parte di tutti i soggetti coinvolti, ma può condurre a un significativo incontro tra le persone e a costruire sinceri percorsi di pace.
Al tema della giustizia riparativa Caritas Italiana ha dedicato un Convegno, che si è svolto a Roma il 7 e l’8 giugno 2024. Vai alla sezione
* presidente di Caritas Italiana