Abitare strade e quartieri
La Chiesa affronta oggi particolari sfide come l’urbanizzazione crescente e l’impoverimento delle aree interne, ovvero i comuni italiani più periferici, quelli lontani dai servizi essenziali. Tali fenomeni trasformano il nostro modo di vivere e percepire l’appartenenza territoriale, secondo quanto emerge anche dall’“Instrumentum Laboris” per la Seconda Sessione della XVI Assemblea del Sinodo dei Vescovi, dal 2 al 27 ottobre 2024.
Il dinamismo urbano delle grandi città richiede una nuova pastorale, capace di rispondere alle esigenze di una popolazione in continuo movimento. Inoltre, la mobilità umana, con i suoi flussi di migranti e rifugiati, arricchisce le comunità di nuove culture e tradizioni, portando una vivacità che rinnova la pratica della fede nei luoghi in cui si stabiliscono.
In riferimento alle aree interne, la riflessione dei vescovi nell’incontro a Benevento, lo scorso mese di luglio, ci ricorda che la Chiesa «si impegna a restare e non abbandona questi territori», spesso dimenticati.
Il processo sinodale e il desiderio di essere «Chiesa missionaria» ci invitano, dunque, a uscire dalle nostre comunità, ad abitare la città, le strade e i quartieri, ogni confine per affrontare le contraddizioni di questo tempo e integrare la diversità interna alle nostre stesse comunità, tenendo lo sguardo e il cuore «all’altezza dell’uomo». Rivolto verso le persone a noi più vicine e che necessitano di qualcuno disposto a tendere una mano.
*presidente di Caritas Italiana
Archivio blog “Testimoni della carità”
Aggiornato il 25/09/24 alle ore 08:35