Una porta aperta alla speranza

Per guardare oltre le nostre paure e divisioni, capaci di sognare un mondo nuovo

Quest’anno la celebrazione del Natale sarà arricchita dall’apertura della Porta Santa, che segna l’inizio dell’anno giubilare, un tempo di Grazia durante il quale ci è chiesto di accogliere e promuovere la Speranza. È proprio questa virtù che ci invita a guardare oltre le nostre paure e divisioni, e ci rende capaci di sognare un mondo nuovo.

Papa Francesco, con la Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025, “Spes non confundit”, ci chiede di «porre attenzione al tanto bene che è presente nel mondo per non cadere nella tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza. Ma i segni dei tempi, che racchiudono l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio, chiedono di essere trasformati in segni di speranza».

È significativo, inoltre, che il Santo Padre sceglierà, il 26 dicembre, di aprire la Porta Santa anche nel carcere di Rebibbia. Il Pontefice sarà lì come “pellegrino di speranza” per portare simbolicamente vicinanza ai detenuti di tutte le carceri sparse nel mondo.

La visione che orienta l’azione di Caritas discende dalla scelta di ogni battezzato di credere nell’amore e di riconoscere di essere avvolti e preceduti dall’amore di Dio, come ci ricorda la Scrittura: «Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui» (1 Gv 4, 16).

In questa dimensione profonda si colloca il nostro impegno a “farci prossimi”, animati dalla certezza che ogni gesto di vicinanza, ogni abbraccio e ogni parola di conforto sono segni concreti di una speranza che non conosce confini e che ci chiama a sostenere chi è emarginato nella ricerca di una nuova dignità.

*presidente di Caritas Italiana

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Aggiornato il 20/12/24 alle ore 10:26