Poesie per Natale. E per ogni altro giorno
Il Natale con la sua atmosfera, i suoi colori, la sua musica, è una grande, immensa poesia che ogni anno si ripete. Regalare un libro di poesie, però, può essere un investimento intellettuale e sentimentale anche per il futuro. Dunque per il nuovo anno.
R. Cicala, L. Erba (a cura di) Natale in poesia. Antologia dal IV al XX secolo (Edizioni Interlinea, pagine 176) traccia un itinerario di parole poetiche e di immagini d’arte attraverso il Natale, dai testi medievali ai versi di Montale, passando per autori italiani e stranieri. Una passeggiata poetica valida anche per il resto dell’anno, da Ambrogio a Francesco, da Pound a Pessoa, da Luzi a Pasolini, con inediti di autori contemporanei.
Giovanni Battista Gandolfo, Luisa Vassallo Natale dei poeti. Cento modi di leggere il Natale nella poesia italiana del Novecento (Ancora, pagine 176) è invece una raccolta delle più significative poesie del Novecento italiano sulla notte che ha cambiato la storia dell’umanità. I curatori hanno scelto poeti rappresentativi, come Quasimodo, Saba, Testori. Ma anche molti autori “minori”, rendendo fruibili testi di grande valore, ma di difficile reperibilità. Il testo è un’antologia di 80 poesie riguardanti il Natale. Sono presenti autori di tutti i tempi e le provenienze: antichi (Prudenzio) e moderni (Luzi), per l’infanzia (Rodari, Piumini) e non; italiani (Gozzano, De Amicis) e stranieri (Eliot, Brecht); credenti (Rebora, Turoldo) e non (Ungaretti); famosi (Manzoni, Pascoli) e meno noti (Mastri, Dandolo).
Infine una proposta legata a un solo autore. Iosif Brodskij Poesie di Natale (Biblioteca Adelphi, pagine 97) è una raccolta del grande poeta russonaturalizzato statunitense, Nobel per la letteratura nel 1987, il quale dichiarò, in un’intervista degli anni Novanta: «Da quando ho iniziato a scrivere versi seriamente, ho cercato di comporre una poesia per ogni Natale, quasi fosse un augurio di compleanno. Molte volte ho perso l’occasione giusta, l’ho lasciata cadere. Questa o quella circostanza bloccavano la strada». Quei componimenti, 18 in tutto, costituiscono la raccolta, che si apre con versi dedicati a un’Adorazione dei Magi che il poeta aveva visto riprodotta su una rivista polacca e la cui iconografia l’aveva profondamente colpito: «Amavo quella concentrazione di ogni cosa in un solo luogo – il che è quanto si verifica nella scena della grotta». Tra i primi versi e gli ultimi corrono 33 anni; se negli anni Sessanta e Settanta le poesie o i poemetti natalizi sono variazioni via via fantastiche, negli anni Ottanta la svolta, insieme tematica e stilistica, porta a inquadrare l’evento della Natività come un miracolo che puntuale si ripete e illumina il nostro destino.