Ad agosto pranzi e socialità
Il Refettorio Ambrosiano. In primo piano: Juliana Abrantes, giovane in servizio civile
«Sono sola da tanto tempo. Mi piace stare con gli altri. A casa che faccio, parlo con il muro?». Rosy ha 89 anni. La sua amica Laura, dieci di meno, rilancia: «Se si è in compagnia, qualsiasi cosa va bene anche quando non va bene. Si vede la vita da un punto di vista diverso». Entrambe riempiono le giornate di uno dei mesi peggiori per chi è solo frequentando il Refettorio Ambrosiano. Nell’estate che si dice sia la più calda di sempre, e in una Milano da sempre ad agosto chiusa per ferie, l’iniziativa “Il pranzo è servito”, promossa da Caritas Ambrosiana, offre un pasto («sempre squisito!», ci tiene a specificare Giuseppe, 84 anni), socialità e quella bellezza che da subito ha voluto essere un tratto distintivo degli spazi del Refettorio Ambrosiano.
Questa opera segno nasce infatti da un’idea dello chef Massimo Bottura e del regista Davide Rampello, nel periodo in cui Rampello è stato curatore artistico del Padiglione Zero di Expo Milano 2015, come luogo che offre cibo, certo, ma unisce questo atto ai valori di arte e cultura. E vuole far riflettere su temi come lo spreco alimentare, anche attraverso attività di animazione e formazione. Insomma, un segno che la partecipazione di Caritas all’Expo ha lasciato alla città. Che sente quest’opera sul territorio come presidio di solidarietà e buone pratiche. Siamo nell’ex teatro della parrocchia San Martino, quartiere Greco, tra l’Università Bicocca e la stazione di Milano Centrale. La sera il Refettorio è aperto – anche ad agosto – alle persone senza dimora, ma il pranzo e quello che gli gira intorno ora è tutto per loro: circa 50 persone anziane che non vivono in uno stato di deprivazione economica, non rientrano nei poveri – vecchi o nuovi – incasellati nelle numerose analisi sociologiche, ma affrontano, soprattutto in estate, situazioni di emarginazione, isolamento, vero paradosso delle grandi città.
A nutrire di più sono le relazioni
Fabrizia Ferrari è la responsabile del servizio al Refettorio: «Gli anziani che non hanno parenti vicini soprattutto ad agosto sono in completa solitudine. Prima ne vedevamo tanti vagare nel quartiere, persi. Da sei anni organizziamo tutto l’anno un incontro a settimana proprio per loro. E poi intensifichiamo in questo periodo. Il Covid ha reso più difficili le cose. Hanno però continuato a vedersi con un progetto differente: raccontarsi le rispettive storie. Questa esperienza di autonarrazione è diventata uno spettacolo teatrale che sarà in scena il primo ottobre». E mentre si preparano al debutto, “Il pranzo è servito” scandisce le loro giornate. «Apriamo alle 11.30 – continua Fabrizia –. Il pranzo è alle 12.30. Tre portate. Ci accorgiamo quanto piaccia loro stare qui, quanto desiderino trascorrere del tempo insieme anche dal fatto che andando avanti nei giorni, arrivano sempre prima. Chiediamo loro che portino poesie, racconti, si canta. Gli ospiti restano fino alle 14.30. Vengono a prenderli le badanti o i figli. Sono tutti anziani che hanno casa di proprietà o in affitto, la maggior parte del quartiere».
Non ha dubbi Fabrizia Ferrari: nutre più la relazione che il cibo. «Ci sono persone che quando arrivano sono tristi, non parlano, ci dicono che a casa fanno fatica a mangiare. E invece qui mangiano. Riescono a fare comunità, a darsi motivazioni per andare avanti. Hanno tanta voglia di stare insieme, di condividere, forse ancora più dei giovani». A servire il pranzo e fare buona compagnia agli ospiti, 12 tra volontari e operatori. E a proposito di giovani, dello staff fanno parte le ragazze e i ragazzi del servizio civile, che si alternano durante il mese.
Incontro tra generazioni
Assicura invece la sua presenza per l’intero mese, Juliana Abrantes, 28 anni, brasiliana, da tre anni in Italia. Sta svolgendo il suo anno di servizio civile presso il Centro di Aggregazione giovanile (CAG) Progetto Poliedro, che si occupa di promuovere il benessere e il protagonismo giovanile attraverso diverse attività: sostegno allo studio, laboratori ludici, espressivi e sportivi, … Ora, però, i ragazzi sono in vacanza, e Juliana ha preso al volo l’occasione di vivere un’esperienza con le persone anziane grazie a “Il pranzo è servito”. «Qui al Refettorio aiuto ad apparecchiare e sparecchiare i tavoli, a pulire e sanificare la sala, a scaricare il furgone, a sistemare gli alimenti e anche a cucinare. Ma quello che mi piace di più è quando le persone anziane arrivano e posso accoglierle e vedere il loro sorriso. Mi fa molto piacere servirgli il pranzo e percepire come a volte il cibo fatto con amore parla più delle parole».
Tante le storie con cui Juliana è entrata in contatto, tante le vite che stanno diventando un po’ anche la sua: «Il signor Donato è un grande appassionato di musica. Quando arriva portando la sua chitarra è motivo di allegria. Lui, ispirato dai Beatles e i Rolling Stones, ha iniziato a suonare negli anni ’60, a 14 anni. In un’epoca senza YouTube, ha imparato a suonare usando un libretto di “istruzioni”! Insieme ad altri tre amici suonava proprio qui, cioè nel teatro dove oggi c’è il Refettorio Ambrosiano. Quando ha iniziato a lavorare, purtroppo ha dovuto smettere, ma la musica non l’ha mai abbandonata. E appena è andato in pensione, ha ricominciato a suonare. In tanti posti diversi e per vari pubblici, facendolo sempre a titolo volontario. Come mi ha detto, tutte queste opportunità gli sono arrivate senza che le cercasse. Deduco che, siccome il signor Donato ama la musica così tanto, non c’è dubbio che la musica lo ricambia! Anche della storia del signor Giuseppe e di sua moglie, la signora Teresa, vorrei sapere sempre di più. Loro si sono conosciuti in vacanza in un piccolo paese vicino a Rimini, anche se entrambi abitavano a Milano. Il signor Giuseppe, che prima non aveva mai pensato di sposarsi, è stato catturato dalla bellezza della signora Teresa e ha fatto di tutto per conquistarla. Hanno festeggiato i 55 anni di matrimonio e parlano l’uno dell’altra come “la mia ragazza e il mio ragazzo”».
L’esperienza di Juliana al Refettorio – lo abbiamo detto – si concluderà a fine agosto, insieme all’iniziativa de “Il pranzo è servito”. Cosa porterà via da questo posto prima di tornare a occuparsi di altri giovani? «Un po’ della saggezza di queste persone che hanno attraversato tante fasi diverse nella loro vita, che hanno affrontato tante avversità, che hanno provato tanti sentimenti, e, nonostante le difficoltà del presente, mantengono un sorriso pieno, sano e un’allegria che ci coinvolge e ispira! E poi porterò una buonissima ricetta: un risotto speciale che ho imparato a cucinare grazie al cuoco Enrico. Sono brasiliana e l’arroz è un alimento imprescindibile della nostra cucina. Ma questo risotto di Enrico… è da leccarsi i baffi».
Nell’estate 2022, forse l’estate più calda di sempre, in una Milano come sempre ad agosto chiusa per ferie, succede anche questo.
Aggiornato il 21/08/22 alle ore 08:09