La vita quando serve
Alluvione Marche, settembre 2022. Distruzione, desolazione, dolore… e poi slancio, partecipazione, desiderio di aiutare, di “esserci” anche solo per una giornata, nel fango con chi invece nel fango ci resterà per molti giorni. È nata così, su proposta della Caritas diocesana di Pesaro, l’esperienza “sul campo” dei 44 (40 giovani animatori + 4 accompagnatori adulti), coordinati dalla Caritas diocesana di Senigallia: una giornata di lavoro, servizio, condivisione. Abbiamo raccolto alcuni ricordi, ma soprattutto il vissuto di quell’esperienza, rimasto profondamente impresso nei giovani.
«È STATO BELLISSIMO STANCARSI! È vero, ho avuto un gran mal di schiena, ma non mi dispiace affatto, anzi, quasi mi ha fatto piacere, perché è stata un’esperienza diversa, fuori dall’ordinario. Non è stata la solita uscita ma qualcosa di più: ero piena di terra e con le mani infangate, ma ero entusiasta perché mi sentivo utile. Ho capito anzitutto che fare qualcosa per gli altri non è facile e bisogna rimboccarsi le maniche, ma mi sono resa conto che tanta è la stanchezza, tanta è la soddisfazione per essermi messa in gioco per qualcuno che ne aveva bisogno. Un’altra esperienza che mi ha fatto capire che, sì, dono il mio tempo agli altri, ma allo stesso tempo sono queste esperienze che riempiono me!» Rachele
«Questa esperienza mi ha fatto capire quanto ogni nanosecondo della mia vita sia importante e quanto sia indispensabile godersi ogni momento con le persone più vicine a te, perché la vita può cambiare da un momento all’altro: UN GIORNO HAI TUTTO E IL GIORNO DOPO potrebbe non rimanerti più nulla».
«Penso di aver avuto la possibilità di fare una delle esperienze più belle della mia vita. A Senigallia siamo stati accolti da persone fantastiche, con un cuore veramente molto grande. Tra un racconto e un altro su quanto accaduto, inutile dire che qualche lacrima ci è scesa e la nostra voglia di aiutare è aumentata sempre di più! Abbiamo lavorato tantissimo e abbiamo fatto il massimo per aiutarli il più possibile e PER STRAPPARE LORO UN SORRISO, dato che i loro volti purtroppo erano spenti».
«La cosa più gratificante è stato VEDERE I SORRISI SUI LORO VOLTI quando siamo arrivati e quando hanno visto quanto ci stavamo impegnando. Abbiamo lavorato sei ore – con qualche pausa di mezzo ovviamente – e all’inizio non sembrava neanche così “stancante” raccogliere tutta la terra e il fango, pulire le cantine, pulire le abitazioni… Appena ci siamo diretti verso la stazione abbiamo cominciato a sentire dolore dappertutto, ma ne è valsa veramente la pena e se potessi tornare indietro lo farei altre cento volte» Cecilia
«È stata una bella esperienza aiutare persone che avevano bisogno e vivono così vicine a Pesaro; anche se l’alluvione non ha toccato il nostro territorio, credo che la paura sia arrivata anche da noi. È stata una bella esperienza soprattutto perché ho lavorato con i miei amici e quindi non è stato così faticoso, anzi, è stato divertente. Bello anche perché MI SONO CAPITATE DUE ABITAZIONI DI PERSONE ANZIANE e dunque mi ha fatto ancora più piacere dare una mano. Spero che questo nostro piccolo aiuto possa far riprendere la gente di Senigallia, ma soprattutto delle Marche: tutti facciamo parte di una grande comunità» Vincenzo
«Tra le cose che la catastrofe toglie, ci sono le parole: ruba i nomi. E aggiunge le croci. Quando le cose brutte arrivano, improvvisamente spazzano la serenità di tutti e per quanto possiamo essere preparati non lo siamo mai abbastanza. Questa esperienza raggiunge solo i cuori sensibili, CI FA CRESCERE INFONDENDO L’AMORE e il rispetto per il prossimo, lasciandoci alle spalle le cose futili che spesso nel nostro quotidiano ci sembrano indispensabili» Gaia
«È stata una bellissima esperienza; vedere i volti contenti delle persone che aiutavamo mi ha scaldato il cuore e ho capito IL VALORE DEI PICCOLI GESTI che possono veramente rendere felici le persone».
«È stata un’esperienza che mi ha lasciato molto, ho provato cose che non si possono provare in altro modo. Nonostante la fatica, nell’ascolto delle persone colpite dall’alluvione, il cuore si apre e capisci quanto la tua vita possa essere inaspettata. Ho conosciuto una signora che ha perso tutto: non era disperata tanto per i beni materiali – certo, anche per quelli – quanto PER I RICORDI DEI SUOI NIPOTI E DELLA SUA FAMIGLIA andati persi. Questo mi ha toccato, perché ho capito quanto la famiglia sia più importante rispetto ai beni materiali; gli oggetti si ricomprano, la famiglia no. Un’altra cosa che mi ha fatto molto impressione è stato vedere le abitazioni dove era rimasto il segno del fango. Questi segni sono gli stessi che rimangono nel cuore delle persone colpite, difficili da togliere, ma insieme, con l’aiuto reciproco, tutto si pulisce. La comunità di Senigallia piano piano sta pulendo le proprie case e i propri cuori con l’aiuto di tanti volontari che si prestano per chi ha bisogno» Luca
«Questa di Senigallia è stata la mia prima esperienza di volontariato. Mi sono sentita molto utile dando il mio contributo nel ripulire le case immerse dal fango e a motivarmi ancora di più sono state le persone che, passando per la strada, ci dicevano che stavamo facendo un buon lavoro, ci suonavano il clacson in segno di approvazione e incoraggiamento. HO CAPITO CHE CIÒ CHE MI FA STARE BENE È AIUTARE GLI ALTRI e vedere le persone felici alla fine del mio lavoro. La fatica viene sicuramente ripagata dal sorriso delle persone soddisfatte e contente del tuo sforzo. Questo per me è stato un grande stimolo a ripetere un’esperienza del genere e a dare una mano anche in altre situazioni» Letizia
«L’esperienza di Senigallia mi è piaciuta molto; è stato bello dare una mano a persone che ne avevano bisogno. Abbiamo aiutato un signore a ripulire lo spazio davanti casa e lo abbiamo visto felice. È stata la mia prima esperienza di volontariato e ho capito quant’è bello vedere le persone contente del mio aiuto. HA RICHIESTO IMPEGNO E SIAMO TORNATI TUTTI UN PO’ STANCHI, ma ne è valsa la pena; è servito anche per mettersi in gioco e provare cose nuove in situazioni differenti».
«Onestamente sono partita da Montecchio (PU) con poche pretese: PENSAVO DI ARRIVARE, DARE UNA MANO NELLE PULIZIE E POI TORNARE A CASA COSÌ COME SONO PARTITA. Una volta arrivata mi sono sentita lontana dalle comodità, ho provato a immedesimarmi in persone che si sono ritrovate, poche settimane fa, senza il posto più sicuro e riparato per chiunque: la propria casa. Sono rimasta colpita dalle condizioni di Senigallia, che poteva essere benissimo la mia Montecchio; questo mi ha spinto a dare il massimo, mettendo tutto l’impegno possibile soprattutto per aiutare persone anziane, che magari non riescono da sole e si meritano un posto dignitoso e pulito in cui abitare».
«Gli incoraggiamenti della gente che passava nella strada davanti la casa che stavamo pulendo mi hanno dato tanta forza e MI SONO SENTITA COME IN FAMIGLIA, dove tutti ti spronano per farti dare il massimo. È stato tutto veramente stupendo e anche aver pulito una piccolissima parte, rispetto a tutto quello che c’è da fare, dà un senso di soddisfazione enorme: in altre parole, ho aiutato gli altri in modo che stiano bene, ma anche io mi sento meglio con me stessa e mi sento una persona migliore».
«L’esperienza di Senigallia ci fa capire che davanti a queste disgrazie, essere uniti è una cosa che dà la forza di andare avanti e superare ogni ostacolo. È stata una giornata faticosa tra il fango e i racconti di una città che ha sofferto per quello che è accaduto, con case e negozi devastati. Noi giovani abbiamo pensato che NON POSSIAMO RIMANERE INDIFFERENTI, anche se è una disgrazia che non ha toccato il nostro territorio, perché in questi casi non c’è scusa che tenga: bisogna sempre essere disponibili verso il prossimo. È stata una bellissima giornata e una lezione di vita, che ci fa capire che anche noi nel nostro piccolo possiamo dare una mano. Essere umani significa essere sempre pronti ad aiutare il prossimo».
«Non ho visto fango, come invece mi sarei aspettata. Solo qualche striscia lasciata sui grandi sacchi neri in cui sono state raccolte le poche cose che si sono salvate dall’alluvione o quella lasciata su qualche foto che è stata risparmiata dall’onda del 15 settembre. Ho visto lacrime che solcavano il viso di chi ha perso tutto, anche e soprattutto i ricordi, e ora si vede COSTRETTA A RICOMINCIARE PER L’ENNESIMA VOLTA a costruire una vita e una casa nuova. Ma ho visto sorrisi donati senza risparmio e una merenda fatta di biscotti e aranciata mentre ci davamo da fare in qualsiasi modo per renderci utili. Me ne sono andata col cuore gonfio di emozioni anche contrastanti, ma con la convinzione ancora più forte che solo l’Amore conta ed è quel che rimane al di là di tutto. “La vita non serve se non si serve”: con questa esperienza ne ho avuto la conferma» Samanta │ FINE
Aggiornato il 14/11/22 alle ore 15:49