Liberi di migrare o restare
Il messaggio scelto per celebrare la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2023 (“Liberi di scegliere se migrare o restare”) del prossimo 24 settembre, non solo è capace di provocare le nostre coscienze, ma è in grado di mettere in discussione alcuni fondamenti del diritto interno e internazionale. Affermare che la migrazione dovrebbe essere sempre una libera scelta, significa sancire il diritto di ogni persona di decidere se migrare o restare. È un messaggio forte, certamente provocatorio, ma capace di andare oltre le categorie giuridiche e sociali a cui si conformano gli Stati e in conseguenza delle quali ad oggi non è consentito, alla maggior parte delle persone, di recarsi liberamente in altri paesi, né paradossalmente di costruirsi un futuro a casa loro. I migranti sono finiti in un limbo dal quale è sempre più difficile e pericoloso uscire. Chi parte rischia la propria vita e quella dei suoi familiari, ma anche chi resta rischia e la propria vita e quella della sua famiglia.
Molti rapporti internazionali ci raccontano questo paradosso, a partire dai dati delle Nazioni Unite sui migranti forzati che negli ultimi decenni sono aumentati ad un ritmo mai visto in precedenza. Conflitti, violenze, violazioni dei diritti umani e altri eventi hanno prodotto un aumento di migranti forzati che oggi hanno raggiunto la cifra record di 108 milioni di persone. Molte di più sono quelle costrette a vivere nel proprio paese in condizioni di gravissima vulnerabilità, senza alcuna prospettiva per il loro futuro. È per tutte queste persone che bisogna “codificare” un diritto alla vita che, tradotto nelle parole di Papa Francesco, significa avere la possibilità di scegliere se rimanere nel proprio paese o emigrare altrove.
Occorre garantire accoglienza, protezione e piena integrazione
Perché ciò accada, è necessario affrontare le cause profonde delle migrazioni e lavorare per soluzioni durature, fornendo risposte dignitose, basate sui diritti e di lungo periodo. I Governi devono riorientare le politiche a partire da questo assunto: la migrazione è una necessità a cui non si può rispondere con il rifiuto, ma garantendo accoglienza, protezione, promozione e piena integrazione. Anche per questo è importante riconoscere la generosità con cui molti paesi del Sud del mondo accolgono, ospitano e assistono la maggior parte dei migranti, nonostante la fragilità dei loro sistemi economici e sociali.
Il diritto a restare nel proprio Paese implica uno sforzo da parte di tutti, affinché alle persone siano garantite favorevoli condizioni sociali, lavorative e di sviluppo umano nei luoghi di origine.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario un impegno multilaterale che è anche una chiara espressione di giustizia sociale. Papa Francesco ci ricorda che: “Al fine di eliminare queste cause e porre così termine alle migrazioni forzate è necessario l’impegno comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità. Un impegno che comincia col chiederci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare. Dobbiamo prodigarci per fermare la corsa agli armamenti, il colonialismo economico, la razzia delle risorse altrui, la devastazione della nostra casa comune”.
Aggiornato il 21/09/23 alle ore 10:54