La pasta, il gelato: proprio per tutti
«Mio padre era furioso, da solo non ce la faceva a mantenere tutta la famiglia e il pensiero che io avevo passato l’ennesima giornata a non combinare nulla in giro per il quartiere la faceva uscire di testa. Ora invece sto imparando un mestiere e anche in famiglia le cose vanno molto meglio», racconta Pierpaolo, 19 anni, di Castromediano, frazione alla periferia di Lecce.
Sorride mentre parla anche Consuelo, 39 anni, trasferitasi un decennio fa dal Brasile nel capoluogo salentino: «Oggi mi posso permettere una casa, ho un lavoro che mi riempie di soddisfazione. Le violenze di mio marito, la denuncia, la fuga in una casa di accoglienza mi sembrano episodi lontanissimi. Vorrei solo poter riavere con me le bambine per chiudere definitivamente con quel passato», confida.
A cambiare la vita a Pier e Consuelo (i nomi sono di fantasia) è stata una ricetta: il purè di fave e cicorie con i morsi fritti, vale a dire i bocconi di pane raffermo passati nell’olio. Entrambi hanno appreso questa specialità della cucina salentina da un’indiscussa autorità in materia, lo chef Luigi Perrone, patron di un noto ristorante cittadino e presidente dei cuochi di Puglia. E ora la propongo ai clienti che affollano la gastronomia “Fattacasa”, che ha all’inizio di luglio ha aperto i battenti in via don Lugi Sturzo 32, una bella via di negozi, meta dello struscio per i leccesi.
Gli ingredienti base
Promosso dalla Fondazione di Comunità del Salento, l’esercizio commerciale è parte di un progetto di reinserimento lavorativo per persone svantaggiate sostenuto insieme ad altri soggetti da Caritas Italiana, attraverso i fondi 8 per mille alla Chiesa cattolica, e di cui fa parte anche “Defriscu”, la prima gelateria sociale di Puglia, inaugurata la scorsa estate nel centro storico.
Il nome è importante. «“Fatta a casa” per noi significa molto – spiega Gabriele Ruggiero, segretario generale della Fondazione di Comunità del Salento e presidente dell’impresa sociale Sistema Sviluppo del Salento, che gestisce le due attività –. La pasta fresca, le verdure ripiene, i dolci “fatti a casa” sono quelli che le nostre nonne preparavano svegliandosi all’alba per il pranzo della domenica quando tutta la famiglia si riuniva. Per noi questi piatti rappresentano comunione, condivisione, solidarietà. Che sono poi gli ingredienti alla base della ripartenza che immaginiamo per questa terra dopo la pandemia».
La pasta fresca, le verdure ripiene, i dolci sono quelli che le nostre nonne preparavano all’alba per il pranzo della domenica, quando tutta la famiglia si riuniva
Un diverso modello di sviluppo
Nella gelateria e nella gastronomia sono al momento assunte 8 persone, individuate dai centri di ascolto della Caritas diocesana. L’inserimento lavorativo prevede un percorso di formazione condotto da professionisti del settore.
Tre sono i punti di forza dell’impresa. Prima di tutto l’inclusività: il progetto nasce per offrire una possibilità di impiego a chi, per svariati motivi e al di fuori delle rigide categorie previste dalla normativa, ha difficoltà a inserirsi nel mercato del lavoro. Il secondo è la valorizzazione dei prodotti locali attraverso la selezione di fornitori: gli ingredienti di base delle proposte (il latte, le farine, gli ortaggi) provengono da aziende del circondario, sono prodotti utilizzando preferibilmente tecniche di agricoltura biologica e rispettando i lavoratori. La terza caratteristica è l’accessibilità: «Per noi la gastronomia o è per tutti o non è – sottolinea Ruggiero –. Per questo teniamo i prezzi bassi».
L’obiettivo è la sostenibilità economica. «Anche se non siamo un’azienda profit, che deve fare utili, siamo pur sempre un’impresa, quindi non possiamo lavorare in perdita sperando che qualcuno rimetta in pari il bilancio alla fine dell’anno», osserva Ruggiero. «Quello del successo imprenditoriale – insiste – è un punto decisivo, perché è da questo che si misurerà la nostra capacità di dimostrare che anche al Sud è possibile promuovere un diverso modello di sviluppo, che coniughi legalità, rispetto dell’ambiente e tutela dei diritti. Sentiamo molto questa responsabilità, che fortunatamente condividiamo con tanti altri che in questo territorio si stanno dando da fare. Ora siamo solo agli inizi, i conti andranno fatti fra un po’. Ma ce la stiamo mettendo tutta».
Aggiornato il 04/10/21 alle ore 11:38