Impegno, genuinità e competenza
Si è concluso il percorso di formazione “Storytelling per il cambiamento sociale” che si è svolto a Fermo, nelle Marche, presso la sala incontri della Caritas diocesana. Era rivolto alle associazioni di volontariato ed enti impegnati nel Terzo settore e diretto a far acquisire nuove competenze nel campo della comunicazione e in particolare della comunicazione sociale.
Leggi l’articolo dello scorso ottobre, a chiusura della prima parte del corso
Durante il percorso è emersa l’importanza della “buona comunicazione” in un contesto di grande trasformazione e di forte digitalizzazione della comunicazione, con cambiamenti che coinvolgono l’interno settore e anche il giornalismo, a livello nazionale e locale.
Negli ultimi anni, infatti, si sono verificati forti cambiamenti che richiedono una nuova consapevolezza dell’importanza della comunicazione e della necessità di acquisire nuove e specifiche competenze. Per gli enti del Terzo settore (e anche per la Caritas), la comunicazione è sempre più importante e “per fare il bene” diventa sempre più essenziale anche la capacità di raccontare e di coinvolgere.
Lo storytelling diventa sempre più importante sia per far conoscere le attività sia per coinvolgere volontari e sostenitori:
Da tutti i partecipanti è stata sottolineata l’importanza della modalità laboratoriale scelta per la formazione, che ha avuto anche il merito di coinvolgere associazioni ed enti del territorio impegnate in settori diversi tra loro (con alcuni partecipanti che approfondivano per la prima volta i temi della comunicazione e che hanno contribuito al dibattito con le loro domande e la forte curiosità).
Le associazioni proponenti e il CSV Marche, che ha finanziato l’iniziativa nell’ambito del bando per la formazione partecipata, sottolineano proprio l’importanza della condivisione e della collaborazione tra enti e associazioni diverse, ma impegnate nel territorio per favorire il benessere e la coesione territoriali, sostenendo le persone e famiglie più fragili.
Elemento particolarmente significativo del progetto è stato il coinvolgimento, nelle fasi finale del corso, di un gruppo di giovani allievi tra giornalisti e fotoreporter della scuola di letteratura e fotografia Jack London, che ha sede a Fermo.
Il coinvolgimento di questi giovani è stato particolarmente importante e stimolante: gli allievi della Scuola Jack London hanno realizzato, infatti, dei veri e propri reportage (con la supervisione dei docenti della scuola) intervistando volontari e operatori, visitando tre realtà del territorio impegnate nel sociale, nella solidarietà, nella cittadinanza attiva e nel coinvolgimento dei giovani.
I tre lavori dei ragazzi:
Molto rilevante anche la capacità di integrare i diversi strumenti di comunicazione, mettendo in evidenza non solo le attività, ma anche le storie dei protagonisti: i volontari impegnati nel “fare il bene” e anche i beneficiari stessi, che ricevono sostegno e che spesso contribuiscono anche loro al percorso di crescita della comunità stessa.
Il confronto tra tutti i partecipanti, il coinvolgimento di figure professionali diverse tra loro (giornalisti, specialisti di media digitali, fotografi, scrittori ecc.) accanto ai giovani allievi sono elementi che hanno posto le basi per un percorso formativo particolarmente stimolante: e ora, tra i partecipanti, già si riflette su come continuare questo percorso.
Bisogna, quindi, essere capaci di trasmettere la passione e l’impegno con cui l’organizzazione realizza la propria missione. E bisogna farlo scegliendo il linguaggio “giusto” rispetto al contesto in cui la comunicazione avviene. Per dirla in poche parole, non basta fare bene il proprio lavoro: è necessario essere capaci di comunicarlo condividendo idee, percorsi, progetti.
Aggiornato il 05/01/24 alle ore 11:10