Le parole delle donne
Da quasi 15 anni le donne straniere che abitano nel capoluogo polesano frequentano con passione e impegno quella che più che una semplice scuola di lingua italiana è un vero e proprio laboratorio di incontro, uno spazio aperto nel quale trovarsi fra donne – alunne e insegnanti – per condividere esperienze, sogni, aspettative, paure e, ovviamente, anche nuove parole.
L’ironia è uno strumento potentissimo. Qui mette in connessione studentesse e maestre che pur provenendo da Paesi diversi, pur parlando lingue differenti e potendo spesso comunicare tra di loro solo attraverso poche parole in italiano riescono a incontrarsi nello spazio comune dell’essere tutte donne: madri, sorelle, zie, nonne, amiche, lavoratrici, viaggiatrici, …
La porta a “Vivere in Italia” è sempre aperta; ci piace lasciarci raccontare da chi arriva da fuori e si ferma con noi anche solo per qualche giorno. Così è stato per Lorenza e Hafsa, studentesse di un istituto superiore della città che hanno fatto un’esperienza di Alternanza scuola-lavoro con Caritas e hanno partecipato alle attività della scuola di italiano, lasciandoci il loro racconto:
«Per due giorni, grazie all’esperienza PCTO, abbiamo assistito a due classi diverse tenute dalla scuola femminile di italiano della Caritas. Il primo giorno siamo state insieme a una classe tenuta da un’insegnante che si occupava del corso base, per chi appunto stava imparando l’italiano da zero. Le donne che partecipavano a questo corso erano decisamente a loro agio e ti facevano sentire allo stesso modo: erano spiritose e davvero interessate a imparare. Nonostante sbagliassero a pronunciare le parole, ci ridevano su, riprovavano e si correggevano tra di loro. L’insegnante comunicava con loro anche in arabo e inglese.
Il secondo giorno abbiamo partecipato a una classe di italiano avanzato. Il tema affrontato nel corso di questa lezione (che, anche da quello che abbiamo visto, ci piace più definire “incontro”) è stato l’8 marzo, Festa della Donna. Le insegnanti hanno fatto ascoltare la canzone “Le donne di Modena”, di Francesco Baccini. È stato bello vedere come nessuna di loro avesse alcun timore di esprimere quello che la canzone le avesse trasmesso, tanto più che il brano non è stato apprezzato a causa del contenuto. Non condividevano quello che era stato detto dal cantante. Le insegnanti però hanno spiegato che questo pezzo utilizzava un certo tipo di ironia per mettere in luce i pregi, le qualità delle donne. È stato poi chiesto loro di parlare delle donne dei rispettivi Paesi, di cosa piace o non piace loro fare. Alla fine hanno creato delle poesie in rima. Abbiamo visto quanto lavoro ci fosse dietro alla creazione di questi testi».
A “Vivere in Italia” l’8 marzo è tutti i giorni. Viene celebrato da donne con altre donne. Ci si scambia il regalo più importante: non fiori, ma tempo, ascolto, attenzioni e soprattutto parole. Parole nuove, parole appena imparate, parole talvolta pronunciate male ma comunque preziose perché appena conquistate,
Aggiornato il 02/04/24 alle ore 14:21