A dieci anni dal terremoto in Emilia Romagna
Domenica 20 maggio 2012 alle 4.03, una scossa di terremoto di 5,9 gradi Richter colpì l’Emilia-Romagna con epicentro a Finale Emilia (MO). Una seconda scossa avvenne martedì 29 maggio, con epicentro in questo caso tra Mirandola, Cavezzo, Medolla, e San Felice sul Panaro. Colpiti anche i territori limitrofi di Mantova (Lombardia) e Rovigo (Veneto). Alla fine, il bilancio sarà di 28 morti, 300 feriti e 45.000 sfollati.
Caritas Italiana, insieme alla sua rete, si attivò subito a sostegno della popolazione colpita, anche grazie ai 3 milioni di euro stanziati dalla Conferenza Episcopale Italiana in fase di emergenza, che consentirono risposte ai bisogni immediati e l’attivazione di significative esperienze di gemellaggi. Complessivamente furono raccolte offerte per 10,7 milioni di euro, con i quali già a due anni di distanza dal sisma, Caritas Italiana ha potuto realizzare:
:: numerosi interventi di emergenza, primo aiuto e soccorso;
:: 20 strutture polifunzionali (tra cui 18 Centri di comunità);
:: 12 interventi di ricostruzione;
:: 17 progetti di animazione e promozione socio economica.
Sin dai primi giorni successivi al sisma le Caritas diocesane dell’Emilia Romagna hanno ricevuto numerosissime offerte di disponibilità a svolgere periodi di volontariato nelle zone terremotate da parte di persone di ogni età e professione. Volontari provenienti da tutta l’Italia si sono alternati nei turni organizzati dal Coordinamento regionale della Delegazione delle Caritas diocesane dell’Emilia Romagna, tramite l’esperienza dei gemellaggi tra le Regioni ecclesiastiche Italiane e le Diocesi colpite dal sisma. Coinvolte 185 parrocchie e 17 zone pastorali.
Aggiornato il 29/05/22 alle ore 21:45