Gente di primavera
Il 26 marzo, V Domenica di Quaresima, in tutte le chiese si svolge una colletta nazionale e le offerte raccolte sono destinate tramite Caritas Italiana a favore delle popolazioni in Turchia e Siria colpite lo scorso febbraio da un devastante terremoto. Per accompagnarle concretamente e restare a lungo accanto a loro anche nella fase della ricostruzione, come è nello stile Caritas, servono certamente molti fondi. Ma la colletta va colta soprattutto come un’opportunità di animazione delle comunità, di riflessione, preghiera e conversione, sguardo aperto al mondo.
È lo spirito di partecipazione e condivisione che rimette al centro la carità, come nelle prime comunità cristiane, con la capacità di trovare forme nuove di solidarietà – pensiamo appunto alle collette per le Chiese più povere e colpite dalla carestia – e anche di scoprire nuove ministerialità, come quella dei sette diaconi, costruire legami e relazioni. Un coinvolgimento che rende concreto il senso del sentirsi fratelli tutti, artigiani e coltivatori di speranza. A primavera non ci sono ancora i frutti… Ma sotto terra ci sono dei semi pronti a germogliare
Papa Francesco in una sua catechesi di alcuni anni fa affermava che noi cristiani «siamo gente più di primavera che d’autunno». A primavera non ci sono ancora i frutti, ci sono solo i germogli e non dappertutto. Alcuni campi sembrano ancora aridi; dei boschi sono ancora sconvolti dalle ultime tempeste di inverno. Ma anche lì, sotto terra, ci sono dei semi pronti a germogliare, che il Signore affida alla nostra responsabilità e al nostro impegno quotidiano.
Archivio blog “Testimoni della carità“
Aggiornato il 26/05/23 alle ore 10:52