In ascolto della città
«Credo che il passaggio dal paradigma della pretesa a quello della partecipazione si attivi creando interazione e non semplicemente integrazione. L’interazione non riconosce differenze tra chi dà e chi riceve ma fa nascere un rapporto di reciprocità» ha dichiarato mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, lo scorso giovedì 2 marzo nel confronto a seguito della visione del documentario “Condòmini”, ricerca-azione sui problemi dell’abitare nel quartiere Crocetta-Sacca.
IL TRAILER DEL DOCUMENTARIO
L’incontro si è tenuto a Modena presso la Fondazione Teatro San Carlo alla presenza di oltre 150 persone, comprese le autorità cittadine e alcuni membri della comunità ecclesiale.
L’INCONTRO DI PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTARIO
«Il passaggio dall’integrazione all’interazione – prosegue Castellucci – consiste nell’accompagnare le persone incontrate fuori dalla propria condizione di difficoltà». Per l’arcivescovo «una raccomandazione simile la troviamo nel trattato morale scritto da Ludovico Antonio Muratori nel 1721 (“Della carità cristiana, in quanto essa è amore al prossimo”)». Sottolinea Castellucci: «Il nostro concittadino era allora parroco di Santa Maria Maddalena, nell’attuale Pomposa, una delle zone più degradate del Granducato; ed è lì che ha fondato la Compagnia della Carità».
Castellucci: «Il passaggio dall’integrazione all’interazione consiste nell’accompagnare le persone incontrate fuori dalla propria condizione di difficoltà»
Il confronto è stato moderato da Federico Valenzano, vicedirettore della Caritas diocesana, che ha commentato: «Come operatori sociali pensiamo che la bellezza produca benessere e salute. Quest’ultima dovrebbe essere affermata come un diritto per ogni essere umano». «Il primo passo per affrontare un problema sociale – prosegue Valenzano – è che il problema sia assunto da tutta la comunità. Questa la finalità di un documentario che vuole far luce sulla complessità dell’opera caritativa, dando voce alle pluralità che arricchiscono la nostra comunità. Pluralità che si riflettono in questo pubblico eterogeneo, che riunisce persone di provenienze differenti».
Valenzano: «Il primo passo per affrontare un problema sociale è che il problema sia assunto da tutta la comunità»
Una complessità scoperta in fase di documentazione dal regista Raffaele Pizzatti Sartorelli: «Ho scoperto una realtà che agisce, proponendo un pensiero. L’immaginario iniziale era quello assistenziale, della sportina consegnata ai beneficiari, che poi è stato smentito dal forte interscambio tra operatori e famiglie». «Intervistare una persona che intervista, a sua volta, un’altra persona non è qualcosa di semplice né cinematografico – dichiara Sartorelli –, ma bisognava far emergere le voci della ricerca».
Pizzatti Sartorelli: «L’immaginario iniziale era quello assistenziale, della sportina consegnata ai beneficiari, che poi è stato smentito dal forte interscambio tra operatori e famiglie»
Ricerca che, come ricorda Elena Bellei, responsabile di Città abitabile, «Ha permesso di osservare e conoscere la vita delle persone nel quartiere in cui sono cresciuta. Osservare, descrivere, condividere lo sguardo è il primo passo per una partecipazione attiva alla vita della comunità». «Sappiamo che la vita non è un’intervista – aggiunge Bellei –, ma le interviste realizzate negli ultimi mesi ci hanno aiutato a entrare nella vita delle persone e a costruire dei legami con il territorio».
Bellei: «Osservare, descrivere, condividere lo sguardo è il primo passo per una partecipazione attiva alla vita della comunità»
Alla discussione ha partecipato anche Gianluigi Chiaro, consulente di Caritas Italiana, che ha dichiarato: «È lo spazio umano che genera il concetto di casa, non le chiavi o l’appartamento. È necessario pertanto rimettere le persone al centro delle politiche abitative e interrogarci sulle cause del problema della casa». «Come disse La Pira in occasione dell’inaugurazione del Quartiere Isolotto di Firenze: non bisogna fare le case ma occorre creare la città».
Chiaro: «Come disse La Pira all’inaugurazione del Quartiere Isolotto di Firenze: non bisogna fare le case ma occorre creare la città»
Aggiornato il 07/03/23 alle ore 14:23