Ricostruire ogni giorno
Vite, famiglie, case, paesi distrutti. Gli effetti del terremoto che ha dilaniato la Turchia e la Siria sono stati sotto i nostri occhi a lungo. Anche le successive tragedie su cui si sono subito spostati i riflettori, come il naufragio di Cutro. Ma non dimentichiamoci delle troppe aree del mondo che restano in ombra, pur se segnate da conflitti dimenticati, fame e povertà estrema.
In tale cornice anche la colletta del 26 marzo per le popolazioni colpite dal terremoto assume un significato più ampio. Solidarietà, carità non è semplicemente fare l’offerta, fare la nostra parte: è qualcosa di più. Farsi prossimi a qualcuno vuol dire far sì che la storia di questa persona mi appartenga, mi interessi. È questo che muove l’inclusione. L’altro non è semplicemente qualcuno da aiutare, ma entra nella mia storia, ha da dirmi qualcosa, mi sta a cuore.
Così i tanti gesti, attenzioni, segni, ci fanno riflettere su quanto è grande la comunità umana che sa condividere le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce. Con il dono della fede, siamo pronti a sperare e a ricostruire ogni giorno. Insieme.
Archivio blog “Testimoni della carità”
Aggiornato il 26/05/23 alle ore 10:45