Voci dal Convegno
Impressioni, suggestioni, aspettative di operatori e volontari delle Caritas diocesane, da Salerno, per il 43° Convegno nazionale “Agli incroci delle strade. Abitare il territorio, abitare le relazioni”. Sezione in costante aggiornamento.
Don Antonio Romano, Caritas diocesana di Salerno-Campagna-Acerno: «Sono pieno di gioia perché ho visto davvero tanto entusiasmo, tanta voglia di realizzare qualcosa di nuovo, nella logica del Vangelo».
Maria Lucia Cristiano, Caritas diocesana di Tursi-Lagonegro: «Mi porto a casa la voglia di ricominciare il servizio, non di continuarlo. Di ricominciarlo con la grazia, le motivazioni che ho ricevuto in questi giorni».
Alfonso Canale, Caritas diocesana di Reggio Calabria – Bova: «Mi hanno colpito la forza e il coraggio dei casamicciolesi di rialzarsi dal fango, questa grande riserva di energia per rimettersi in piedi».
Martina Bisson, Caritas diocesana di Vittorio Veneto: «Spesso è difficile fare rete nel territorio, ovunque. Questa difficoltà va superata, perché – come ha detto Gennaro Pagano – se ci mettiamo insieme e condividiamo un unico obiettivo, allora è possibile uscire da certe situazioni».
Angelo Raponi, Caritas diocesana di Latina-Terracina-Sezze-Priverno: «Abbiamo avuto diversi esempi di come un Convegno Caritas può portarci la vita, che poi è la parola che ho inserito tra le mie aspettative: voglio vita da questo Convegno».
Noemi Trimarchi, Caritas diocesana di Oppido Mamertina – Palmi: «Salvatore Ferrigno, parlando dei Centri di Ascolto, ha detto che per la prima volta nella sua vita è stato ascoltato. Gli altri non hanno solo sentito quello che diceva. Io nel mio percorso in Caritas e come assistente sociale ho sempre fatto di questa frase il mio punto di riferimento».
Roberto Trussardi, Caritas diocesana di Bergamo: «Come dice Carmine Matarazzo, ci sono periferie dove si sta benissimo, ma proprio lì bisogna essere presenti perché anche lì c’è una periferia del cuore, della mente, esistenziale».
Rocco Pezzullo, Caritas diocesana di Aversa: «La testimonianza di Salvatore Ferrigno, il suo riscatto, quasi una resurrezione, mi ha restituito la bellezza del cammino Caritas che va oltre l’aiuto immediato. Un percorso di vita che si costruisce nel tempo».
Don Moreno Locatelli, Caritas diocesana di Vigevano: «Tra le tante parole belle dette nella prima giornata di lavori recupererei quelle che ci hanno ricordato come dovrebbe essere lo spirito di Caritas: non solo il buon samaritano oggi e domani, ma anche ieri».
Angelica Nardi, Caritas diocesana di Palestrina: «Spesso nei territori ci sono difficoltà nei vari gruppi di lavoro. Non dobbiamo pensare la Chiesa divisa in compartimenti stagni».
Giuseppe Paruzzo, Caritas diocesana di Caltanissetta: «Gli incroci delle strade del territorio dal quale vengo si svuotano. Molte persone vanno via. I giovani vanno via. Il nostro sforzo deve essere sempre maggiore».
Suor Rossella D’Aniello, Caritas diocesana di Sorrento – Castellammare di Stabia: «Ciò che mi interessa di più è la concretezza, cioè cercare veramente di vivere più possibile il territorio, di abitarlo, conoscerlo».
Don Luca Signanini, Caritas diocesana di Massa Carrara – Pontremoli: «La piccola esperienza della mia diocesi, che qui al convegno si incontra con contributi più ampi, per noi può solo essere occasione di arricchimento».