A sei mesi dal terremoto – Siria
Sono passati 6 mesi dalle violentissime scosse che hanno colpito l’area di confine tra Turchia e Siria, una regione già profondamente complessa e martoriata, teatro di uno scontro geopolitico in atto ormai da più di un decennio.
Sin da subito nel nord della Siria i danni sono risultati ingenti nelle città di Aleppo, Lattakia, Idlib, Hama. Almeno 6000 le vittime, 10.500 i feriti e circa 350.000 gli sfollati. Più di 10.000 gli edifici distrutti e circa 18.000 quelli che hanno subito danni. Almeno 176 le strutture sanitarie colpite dal sisma.
Oltre ai bisogni materiali, significativo è l’impatto sulla salute mentale dei sopravvissuti al terremoto. Aspetto questo, confermato anche da un’indagine, compiuta da Caritas Siria, dalla quale è emerso un deterioramento delle capacità di sostentamento e l’occupazione lavorativa. Inoltre molte famiglie intervistate hanno dichiarato che non possono permettersi l’assistenza sanitaria e l’acquisto dei medicinali per i prezzi arrivati ormai alle stelle.
Chiaramente la situazione è aggravata dalla condizione in cui versa il Paese: 12 anni di guerra che hanno devastato l’economia, le istituzioni, le infrastrutture e la comunità, a cui si aggiunge una pesantissima crisi finanziaria con una progressiva svalutazione della Lira siriana e l’aumento dei prezzi. Più dell’85% della popolazione siriana vive in condizioni di povertà e nel Paese erano già più di 6 milioni di sfollati interni, a causa della guerra, molti dei quali stanziati proprio nell’area colpita dal terremoto.
La situazione è aggravata dalla condizione in cui versa il Paese: 12 anni di guerra che hanno devastato l’economia, le istituzioni, le infrastrutture e la comunità
La risposta delle autorità e delle organizzazioni internazionali è resa ancora più complicata dalla guerra in corso e dalle sanzioni internazionali. Nella zona colpita dal terremoto è ancora in atto il conflitto armato tra vari attori che si contendono il controllo del territorio. Ad esempio, lo scorso giugno, l’ospedale nella città di Tell Refaat, a nord di Aleppo, è stato bombardato provocando danni materiali e alcuni feriti tra i pazienti e il personale mentre altri attacchi con droni hanno provocato la morte di 2 bambini e una donna ed altri feriti nel governatorato di Hama. Tuttavia le agenzie delle Nazioni Unite hanno potuto attuare distribuzione di generi di prima necessità, assistenza medica e psicologica, supporto educativo e assistenza abitativa. Rimangono però moltissimi problemi legati allo smaltimento delle macerie, alla riabilitazione di abitazioni, scuole e attività produttive e alla riattivazione di servizi educativi efficaci anche per i bambini sfollati e all’assistenza medica, sempre più insostenibile per la maggior parte dei siriani.
Più dell’85% della popolazione siriana vive in condizioni di povertà e nel Paese erano già più di 6 milioni di sfollati interni, a causa della guerra, molti dei quali stanziati proprio nell’area colpita dal terremoto
La risposta della rete Caritas
Già prima del terremoto Caritas Siria era attiva in tutto il territorio colpito (ad eccezione della regione di Idlib), con programmi di assistenza umanitaria, sanitaria e riabilitazione economica.
A seguito del sisma la Caritas locale ha immediatamente mobilitato i team degli uffici regionali e nazionale nel soccorso alla popolazione colpita avviando la distribuzione di beni primari, cibo, acqua potabile e generi di prima necessità (coperte, indumenti pesanti, kit igienici…); distribuzione che è avvenuta in 71 centri di accoglienza comunitari presenti nelle aree colpite dal sisma, in particolare in quelli situati nelle zone di Aleppo e di Lattakia. Molti di questi centri sono stati allestiti dalle parrocchie locali, che hanno accolto gli sfollati. La distribuzione si è svolta con il sostegno di un team di 15 giovani volontari di Caritas Libano, che supportati da Caritas Italiana, due giorni dopo il sisma hanno raggiunto le aree colpite.
In particolare, nella prima fase sono stati distribuiti generi di prima necessità a circa 10.000 famiglie tra Aleppo, Lattakia, Hama e Homs, e nel mese di aprile, Caritas Siria ha avviato un ampio piano di risposta per più di 12.000 persone della durata di 12 mesi che prevede:
- la distribuzione di voucher mensili per acquisto di generi di prima necessità ad almeno 1.400 famiglie per un periodo di 6 mesi (da aprile a ottobre);
- l’affitto di abitazioni per 600 famiglie sfollate per un periodo di 6 mesi, attraverso un accordo trilaterale con i proprietari;
- la ristrutturazione di 170 abitazioni e 12 scuole pubbliche che hanno subito danni non strutturali;
- assistenza medica per 525 persone che necessitano di terapie o interventi salvavita o presidi ortopedici fondamentali per il loro benessere.
- la riabilitazione di circa 100 attività economiche danneggiate dal sisma e l’avvio al lavoro di circa 200 disoccupati giovani o adulti.
Nel medio-lungo periodo si stanno ipotizzando interventi di sostegno psicosociale comunitario e individuale, che aiutino a rielaborare i traumi e superare i conflitti, estremamente necessario per una popolazione che ha sofferto davvero troppo.
Il supporto di Caritas Italiana
Caritas Italiana è impegnata in Siria sin dall’inizio della crisi siriana nel 2011 in un percorso di accompagnamento di Caritas Syria che ha sostenuto interventi di assistenza umanitaria, riabilitazione socio-economica, assistenza sanitaria, formazione e promozione del dialogo e della riconciliazione tra i giovani. Sin dai primi momenti dopo il sisma vi è stato un costante contatto con Caritas Syria e la rete Caritas internazionale ed è stato predisposto un primo stanziamento di fondi per il sostegno degli interventi di aiuto alla popolazione.
Nei primi giorni di marzo si è svolta una prima missione di supporto tecnico in Siria, dove personale di Caritas Italiana ha collaborato con i colleghi siriani per lo sviluppo di un piano organico di risposta all’emergenza. A questa sono seguite altre missioni sul posto nei mesi successivi.
Grazie ai fondi raccolti con la colletta nazionale e agli stanziamenti della Conferenza Episcopale Italiana dall’8 per mille alla Chiesa Cattolica, Caritas Italiana sta contribuendo con un sostegno tecnico e finanziario alla risposta all’emergenza organizzata da Caritas Caritas Siria, per la realizzazione delle tante attività descritte con un focus specifico sulla riabilitazione socio-economica.
Dal 11 al 14 settembre il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, si recherà in Siria per fare il punto sugli interventi in corso e le prospettive di lavoro future su alcuni ambiti prioritari quali:
- gli aiuti di urgenza in base ai bisogni che resteranno scoperti e le priorità individuate da Caritas Syria
- il ripristino di attività economiche
- la cura di particolari categorie vulnerabili
- il sostegno psico-sociale
- il potenziamento di percorsi per favorire la coesione sociale e lo sviluppo comunitario,
- la riabilitazione di strutture comunitarie e socio-educative
- il sostegno organizzativo alla Caritas locale
«Scopo della visita di settembre – ha ricordato don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana – è dire a questa terra: non siete soli! Caritas italiana accompagna da tempo la Chiesa sorella in Siria; continuiamo a farlo ancora di più oggi, attraverso la presenza dei nostri operatori, qui a lavorare con voi, e rispondendo, stando in Italia, alla nostra vocazione di advocacy e di animazione»
Aggiornato il 04/08/23 alle ore 11:21