Custodi gli uni degli altri
Nel Bambino che nasce a Betlemme contempliamo il grande dono di cui siamo destinatari e che ci è chiesto di condividere facendoci prossimi nella fraternità, a partire da chi è più nel bisogno.
La dimensione del dono attiva una relazione di comunione, la più elevata forma di legame tra gli uomini, perché ci rende custodi gli uni degli altri, parte della stessa famiglia.
È fondamentale, dunque, riaffermare principi come sussidiarietà, solidarietà, bene comune, in vista della costituzione di un sistema di relazioni tra le persone fondato sulla cooperazione e che riconosca, quale elemento imprescindibile, proprio la dimensione del dono reciproco.
In questo tempo, siamo chiamati in particolare a farci prossimi alla popolazione marocchina, che cerca – come quella del Nepal – di rialzarsi dalle macerie del sisma; partecipiamo al dolore che le guerre in Ucraina, in Terra Santa e in molti altri Paesi continuano ad alimentare; siamo vicini a tutti i profughi e alle centinaia di persone vittime delle alluvioni in Italia e nel resto del mondo.
Sono solo alcune delle emergenze che Caritas segue, pronta a essere “per tutti”, senza riserve e pregiudizi, espressione di una Chiesa della comunione, “una” nella sofferenza, capace di coinvolgere e attivare le comunità. Per accompagnare le persone colpite e cercare insieme, nel buio del dolore, possibili sentieri di speranza.
*direttore di Caritas Italiana
Archivio blog “Testimoni della carità”
Aggiornato il 13/12/23 alle ore 14:34