“Quel” sogno di Europa
È significativo che il desiderio di un’Europa libera e unita sia nato su un’isola, Ventotene, dall’esperienza del confino di Altiero Spinelli e dei suoi compagni. In un contesto di profonde divisioni e conflitti, essi avevano compreso il potere rivoluzionario della parola “insieme”, unico orizzonte possibile per il cambiamento. A più di ottant’anni dalla stesura di quel Manifesto, milioni di cittadini dei 27 Stati membri si riconoscono nelle dodici stelle su sfondo blu, simbolo di armonia tra i popoli.
Siamo figli di questa storia, artigiani di un futuro che abbiamo il dovere di costruire insieme. Accogliamo, allora, l’invito del card. Zuppi e di mons. Crociata che, nella loro lettera all’Unione Europa, sottolineano l’importanza di recuperare l’anima e il senso di cittadinanza che abbia un respiro europeo. In questo modo, i confini si allargano per includere, più che per dividere, esprimendo quella convivialità delle differenze che ci rende famiglia. È solo nel terreno della fraternità, infatti, che può davvero fiorire la pace.
In questa dimensione, è fondamentale che ciascuno scelga di fare la propria parte, a cominciare dalla partecipazione alle prossime elezioni europee. Siamo noi il compimento di quel sogno custodito gelosamente nel cuore di inascoltati visionari, appena sussurrato tra le fratture delle divisioni e dei conflitti. È nostro il compito, oggi più che mai, di proteggerlo e renderlo ancora possibile.
*direttore di Caritas Italiana
Archivio blog “Testimoni della carità”
Aggiornato il 23/05/24 alle ore 12:53