11 Dicembre 2024

Parte il gemellaggio tra Caritas Puglia e Cipro

Il racconto di don Pasquale Cotugno, delegato Regionale Caritas Puglia

Si sono mossi i primi passi di un gemellaggio dove al centro ci saranno le relazioni e i rapporti tra due Caritas e due popoli, quello pugliese e quello cipriota. Un gemellaggio in cui sperimenteremo la bellezza di camminare insieme e scoprire le caratteristiche di due chiese che camminano insieme tra le difficoltà e la necessità di testimoniare la fede attraverso la carità in un contesto culturale e sociale che per entrambi rappresenta delle sfide da affrontare con cuore e mente aperti alla novità di un’esperienza che potrà rinnovare e rinvigorire i nostri cammini particolari.

Dal 25 al 29 novembre scorso, una rappresentanza della delegazione della Caritas regionale di Puglia si è recata a Cipro. Oltre a mantenere l’impegno preso in occasione del 50° di Caritas Italiana in cui sono stati lanciati i gemellaggi visti proprio come “rapporto che si instaura tra due comunità (diocesi, parrocchia…) che decidono di camminare insieme a seguito di un’azione di solidarietà che nel tempo si trasforma in relazione di scambio, incontro e conoscenza reciproca, costruita con una progettualità articolata e condivisa per un tempo medio-lungo”, a guidarci in questa prima fase sono state proprio le parole di Papa Francesco nella sua visita a Cipro nel 2021: «Non ci sono e non ci siano muri nella Chiesa cattolica: è una casa comune, è il luogo delle relazioni, è la convivenza delle diversità […] Siete immersi nel Mediterraneo: un mare di storie diverse, un mare che ha cullato tante civiltà, un mare dal quale ancora oggi sbarcano persone, popoli e culture da ogni parte del mondo. Con la vostra fraternità potete ricordare a tutti, all’Europa intera, che per costruire un futuro degno dell’uomo occorre lavorare insieme, superare le divisioni, abbattere i muri e coltivare il sogno dell’unità. Abbiamo bisogno di accoglierci e integrarci, di camminare insieme, di essere sorelle e fratelli tutti!».

Parole e prospettive che hanno segnato lo spirito di questi giorni caratterizzati da incontri dalla spinta ecumenica dal dialogo e incontro fraterno, dal desiderio di una comunità, una Chiesa e una Caritas che non vuole chiudersi di fronte né alla tragedia dei rifugiati e dei migranti né alle povertà e vulnerabilità presenti nel territorio, per costruire in maniera sinergica una società più aperta al dialogo e all’incontro tra le tante diversità presenti.

Visitando Cipro ci si accorge subito della sua complessità. È la terza isola del Mediterraneo per grandezza, ed è una popolare destinazione turistica (si pensi a città come Larnaka, Pafos, Limassol e Famagosta) ma è anche un’isola divisa: dal 1974 sul suo territorio esistono due Stati, uno abitato da greci nella parte sud-occidentale e uno abitato da turchi in quella nord-orientale. Anche la capitale Nicosia (Lefkosa in turco) è divisa in due metà, separate da una barriera di cemento e filo spinato. Per certi aspetti, la barriera divide l’Occidente, greco e di religione cristiana, dall’Oriente, turco e di religione musulmana. Un confine fisico che abbiamo voluto attraversare, varcando la linea verde che separa la zona greca da quella turca occupata, e che per noi è specchio e ponte di altre situazioni complesse, pensiamo al Libano, non distanti da Cipro. Ma esistono anche altri confini e altri muri fatti di pregiudizi che non ti permettono di incontrare l’altro e che creano separazioni culturali e esistenziali tra gli uomini. Crediamo che questi siano proprio dei temi comuni su cui lavorare insieme. Sia la società cipriota che quella italiana sta diventando sempre più intollerante verso l’altro, il diverso costretto a situazioni di marginalità e vulnerabilità e le situazioni di conflittualità si trasformano spesso in occasione in cui si vede la sopraffazione del più forte e del più violento. La Chiesa pugliese e quella di Cipro, così, non potranno che uscirne più ricche da questo gemellaggio. Pensiamo infatti che Cipro possa diventare un vero e proprio laboratorio di come si può ‘gestire’ una divisione, un conflitto in termini nonviolenti. A Cipro si raccoglie tutta l’esperienza storica del Mediterraneo, crocevia di popoli, culture e fedi. Ci sono sfide comuni che ci attendono e che ci serviranno per rinvigorire le nostre comunità un po’ svuotate, demoralizzate e secolarizzate

Ma esistono anche altri confini e altri muri fatti di pregiudizi che non ti permettono di incontrare l’altro e che creano separazioni culturali e esistenziali tra gli uomini

In questa prospettiva i giorni trascorsi a Cipro sono serviti alla delegazione per approfondire la conoscenza della chiesa locale, grazie ad una serie di incontri con i responsabili di Caritas Cipro, tra questi padre Fernando Flores, Gosia Chrysanthou, con il  vicario patriarcale latino, mons. Bruno Varriano e con il padre maronita Antoine Succar, segretario del presidente di Caritas Cipro, Selim Sfier. Molto importanti le visite al campo di prima accoglienza di Poumara, a Nicosia, e a quello dei rifugiati di Kofinou , a Larnaca, accompagnati da riunioni con il rappresentante locale dell’Unhcr e con la vice ministro per le migrazioni e la protezione internazionale Stefani Violari. Da questi incontri è emerso la difficoltà nella gestione sia dei flussi migratori sia a creare una politica e un clima più accogliete e processi di integrazione ma è emerso anche il volto di una Chiesa dialogante, presente e attiva sul territorio che riesce a coinvolgere le diverse comunità ecclesiali sul piano della testimonianza e della carità. Caritas Cipro ha messo in piedi una  rete incredibile lavorando in sinergia con diverse organizzazioni quali, per esempio, la Croce Rossa, l’Unhcr e il Consiglio nazionale per rifugiati di Cipro.

Aggiornato il 11/12/24 alle ore 15:03