Spiritualità senza religione?

Paola Bignardi; sullo sfondo: Milano, i Navigli
«Perché vi siete allontanati dalla Chiesa?»: è questa la domanda – che è stata posta a cento giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni – all’origine dell’indagine condotta dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo dal titolo “Cerco, dunque credo? I giovani e una nuova spiritualità” (Vita e Pensiero, 2024).
Un libro conosciuto grazie a un suggerimento di lettura di Ignazio Punzi durante una delle formazioni della rete YOUngCaritas, attività che hanno sempre un’attenzione particolare: sviluppare un linguaggio comune, un lessico famigliare per capirsi, per camminare insieme nonostante le diversità.
YOUngCaritas sono alcuni dei giovani che sono rimasti e che rimangono, che hanno più domande che risposte, spesso condivise con chi invece si è allontanato.
Abbiamo chiesto a Paola Bignardi di fare luce su alcuni temi, ad esempio il rapporto dei giovani con l’istituzione, su come vivono la propria fede e, infine, il ruolo che possono avere, insieme ad altre “figure profetiche” del nostro tempo.
L’intervista vuole essere un invito alla lettura e all’approfondimento, un invito ad abbandonare la pastorale degli eventi, spostando il focus dalle attività e le cose da fare verso le persone, sui loro percorsi e le loro difficoltà.
«Finché i giovani si percepiranno come invisibili, non avranno molti problemi a defilarsi»
Paola Bignardi, “Cerco, dunque credo?”
Il primo passo è quello di dare la parola, mettersi in ascolto dei giovani, «Invertire i termini della relazione, e gli adulti “farsi discepoli” per un nuovo apprendimento: l’apertura di un dialogo che percorra la via “inversa”, cui non avevamo pensato».
Aggiornato il 14/02/25 alle ore 11:42