04 Marzo 2025

Nei panni delle persone senza dimora

Così per un giorno un gruppo di ragazze e ragazzi del Liceo Galilei di Ancona. Un’esperienza immersiva per capire le difficoltà di chi vive in strada

Valentina si è calata nei panni di una donna vittima di violenza in famiglia e si è «sentita molto sola, tenuta a distanza. Non guarderò più con superficialità queste persone». Valentina frequenta il Liceo Scientifico Galileo Galilei, ad Ancona, ed è una dei diciassette adolescenti della sua scuola ad aver partecipato a un’esperienza immersiva per comprendere le difficoltà quotidiane di chi vive senza dimora. Un’iniziativa che si è svolta per le vie del capoluogo marchigiano domenica 2 marzo, frutto della collaborazione tra il Liceo Galilei, la Caritas diocesana di Ancona-Osimo e l’associazione “Tenda di Abramo“.

Durante il percorso, i ragazzi hanno affrontato numerose sfide: la difficoltà di accedere a un bagno o a una doccia calda, i continui “no” e l’impossibilità di trovare un posto letto per riposare. Ma l’esperienza è stata ancora più intensa grazie a un elemento oltremodo coinvolgente.

Ogni partecipante ha, infatti, ricevuto una “scheda personaggio” con delle missioni da compiere in città.

«Tutti noi ragazzi – racconta Tommaso – avevamo una busta ciascuno con le informazioni sulla vita di una persona. Ci hanno detto di portarci uno zaino con dentro le cose necessarie per stare fuori un paio di giorni, così da simulare il peso che queste persone portano con loro ogni giorno».

Le missioni che i giovani sono stati chiamati a sperimentare rappresentano la sintesi delle storie di chi ogni giorno si rivolge ai Centri di Ascolto, alle mense e alle strutture del territorio. Attraverso questo strumento, gli studenti hanno potuto immedesimarsi ulteriormente nella realtà delle persone senza dimora, vivendo in prima persona i limiti imposti dalla mancanza di servizi essenziali.

Al termine della giornata, è stato dedicato un momento prezioso a un debriefing, durante il quale, davanti a un tè caldo, i giovani hanno condiviso le emozioni e le sensazioni vissute. Hanno raccontato il peso dei “no” subiti e l’impossibilità di accedere a servizi che molti davano per scontati.

Queste riflessioni saranno per loro un bagaglio prezioso, capace di indirizzarli verso un futuro in cui il fenomeno della marginalità verrà affrontato con maggiore dignità e cura.

L’iniziativa si è distinta per la grande attenzione che ha caratterizzato ogni sua fase: dalla guida dei docenti al supporto e alla testimonianza diretta degli operatori della Caritas diocesana e della Tenda di Abramo, fino al confronto sincero tra i partecipanti. Questo percorso ha trasformato la scuola in un laboratorio di vita, in cui l’empatia e l’impegno sociale sono diventati strumenti concreti per costruire una società più equa e solidale.

Con questo progetto, i vari attori lanciano un messaggio forte: la consapevolezza nasce dall’esperienza e, solo grazie a un impegno collettivo, possiamo sperare in un futuro in cui nessuno sia lasciato indietro.

Soddisfatta la dirigente scolastica, professoressa Alessandra Rucci: «È la prima volta che il Liceo Scientifico Galileo Galilei organizza un evento di questo tipo. I ragazzi hanno dato la loro disponibilità persino di domenica, a riprova del loro grande senso di responsabilità. In un momento difficile come quello attuale, fatto di conflitti e di guerre, e in un periodo in cui si fa un gran parlare di educazione alla cittadinanza, noi mettiamo in pratica delle opportune riflessioni sul senso della vita e sulla necessità di fare rete. I ragazzi ne sono usciti molto toccati, alcuni davvero emotivamente provati».

Aggiornato il 04/03/25 alle ore 15:54