Giubileo: organizziamo la Speranza

Nella bolla di indizione del Giubileo, “Spes non confundit”, Papa Francesco ci ricorda che «la vita cristiana è un cammino che ha bisogno anche di momenti forti per nutrire e irrobustire la speranza» (n. 5). La Quaresima, celebrata in questo particolare anno di grazia, può aiutarci a segnare quei passi significativi per riscoprire l’autenticità della nostra fede e per ravvivare la nostra testimonianza.
Nella carità, infatti, la Quaresima è l’invito perenne ad accogliere un modo nuovo di essere al mondo, ad assumere uno stile di vita che è dono di amore nella reciprocità, per incidere sul costume e sulla vita comunitaria e sociale. Un percorso costante che ci avvicina a quella forma d’Amore perfetto e incondizionato da cui veniamo, perché creati «a Sua immagine e somiglianza», e a cui, per tutta la vita, continuiamo a tendere.
La condivisione, la fraternità, l’incontro con l’altro ci consentono di rileggere in maniera rinnovata anche la nostra storia e di riconoscere, anche nei deserti della nostra esistenza, la mano di Dio che ci guida verso la libertà. I cristiani, come ricordava don Tonino Bello, non possono limitarsi a sperare: è loro compito «organizzare la speranza».
Si tratta, dunque, di un percorso da fare insieme, come Chiesa, e Chiesa sinodale, in relazione. Un’azione sinergica per costruire e proporre esperienze e percorsi educativi in grado di incidere concretamente nella vita delle persone e della comunità, «per dare ragione della speranza che è in noi» (1Pt 3,15) attraverso un ripensamento dei nostri stili di vita e delle politiche sociali ed economiche, per dare corpo a una «ecologia integrale, che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali» (LS 137) e si opponga alla cultura dello scarto.
*presidente di Caritas Italiana
Archivio blog “Testimoni della carità”
Aggiornato il 20/03/25 alle ore 15:00