Dallo tsunami alla crisi

Lo tsunami di Nimal non ha onde, non é arrivato con scosse o fughe dal mare, né con roboanti fragori di oceano frantumato sulla costa.
Il suo tsunami è arrivato con la devastante crisi economia del 2022, dove il Paese, già provato dagli attentati del 2019 e dalla pandemia da Covid nel 2020 è andato in default. A causarlo soprattutto lo scellerato uso delle risorse di un sistema politico corrotto, clientelare e basato sul profitto personale dei politici.
Le ripetute crisi del Paese

Il paese ha vissuto, infatti, una delle peggiori crisi economiche della sua storia recente. La carenza di valuta estera ha causato gravi difficoltà nell’importazione di beni essenziali, come cibo, carburante e medicine. L’inflazione è aumentata vertiginosamente, raggiungendo tassi record, e la moneta locale, la rupia srilankese, ha perso valore.
La crisi ha innescato enormi proteste popolari contro il governo, che hanno portato alla dimissione e fuga del presidente Gotabaya Rajapaksa nel luglio 2022.
Nimal, come moltissimi, ha perso il lavoro ed é di fatto diventato incapace di provvedere ai bisogni propri, della moglie, dei due figli e della madre vedova.
Il paese ha vissuto, infatti, una delle peggiori crisi economiche della sua storia recente. La carenza di valuta estera ha causato gravi difficoltà nell’importazione di beni essenziali, come cibo, carburante e medicine. L’inflazione è aumentata vertiginosamente, raggiungendo tassi record, e la moneta locale, la rupia srilankese, ha perso valore.
Secondo il Ministero delle Risorse Umane e dello Sviluppo Sociale dello Sri Lanka, nel 2022 ci sono stati oltre 300.000 migranti srilankesi, con un numero crescente di giovani che hanno cercato lavoro all’estero. Nel 2023 e nel 2024, il numero di richieste di visti e partenza verso paesi come Canada, Australia, e Emirati Arabi Uniti è aumentato ulteriormente.
Nimal é arrivato in Italia con un visto vero per un lavoro inesistente. Da allora é riuscito ad inserirsi con moltissime difficoltá nel sistema Italia ed ora, a distanza di due anni, riesce finalmente ad inviare soldi a casa.
Una casa in cui la speranza di futuro, finalmente, sta almeno prendendo forma.
Il 21 settembre 2024 gli elettori dello Sri Lanka hanno votato il loro nuovo presidente nelle prime elezioni democratiche non violente della storia del Paese.
Anura Kumara Dissanayake, leader del Fronte Popolare di Liberazione (JVP), ha ottenuto il 42,31% dei voti al primo turno. Dopo la redistribuzione delle preferenze, ha vinto con il 55,89% dei voti. La sua campagna si è concentrata sulla lotta alla corruzione e sul miglioramento delle condizioni economiche del paese.
La vittoria di Dissanayake rappresenta un significativo cambiamento politico, con l’elezione di un leader di sinistra in un paese tradizionalmente dominato da forze politiche più centristi. La sua elezione è vista come una risposta del popolo srilankese alla crisi economica e alla corruzione percepita nelle amministrazioni precedenti.
La speranza del popolo é che il cambio radicale di colore politico si traduca in un cambio radicale di modus operandi politico. Le sfide sono moltissime, sociali, economiche e finanziarie.
Lo Sri Lanka infatti vive una fortissima complessitá dovuta al debito estero, contratto in anni di mastodontiche opere pubbliche, non sempre a beneficio di tutta la popolazione, costruite con prestiti miliardari da Cina, Giappone e India.
La ristrutturazione del debito, contratto anche da ultimo con FMI, é insieme alla pacificazione sociale di lungo termine, alla lotta alle povertà e alle disuguaglianze, alla trasformazione del sistema di istruzione, ai rischi di estremismo religioso e a tante altre, una delle sfide che lo Sri Lanka ha nel proprio immediato futuro.
Lo Sri Lanka infatti vive una fortissima complessitá dovuta al debito estero, contratto in anni di mastodontiche opere pubbliche, non sempre a beneficio di tutta la popolazione, costruite con prestiti miliardari da Cina, Giappone e India.
Caritas Sri Lanka e il ventennale

Caritas Sri Lanka ha celebrato il 19 febbraio la commemorazione delle vittime e delle operazioni di soccorso dello tsunami a vent’anni dalla tragedia.
All’evento, tenutosi in forma ufficiale al centro di Colombo, erano presenti oltre allo staff della Caritas nazionale la maggior parte delle Caritas diocesane, rappresentanti del network di Caritas Internationalis, rappresentanti del governo e il leader religiosi delle varie religioni.
Caritas Sri Lanka ha celebrato il 19 febbraio la commemorazione delle vittime e delle operazioni di soccorso dello tsunami a vent’anni dalla tragedia.
La cerimonia, in un’alternanza di drammatizzazioni, testimonianze e ricordi, è stato un momento molto sentito ed importante per ricordare le vittime, le imponenti operazioni di soccorso, e tutto il lavoro che il network Caritas insieme alle popolazioni colpite ha compiuto nell’immediato post tsunami ma anche nei successivi 20 anni.
La tragedia infatti è stata un’occasione per intercettare i bisogni di moltissime comunità e iniziare processi di sviluppo a lungo termine che continuano a dare i loro frutti anche ora.
Le stesse Caritas, sia nazionale sia diocesane, colpite dalla tragedia devono il proprio sviluppo, crescita e vicinanza capillare alle popolazioni nel bisogno, anche agli interventi successivi a questa tragedia.
La presenza di Caritas Internationalis e delle altre organizzazioni membre, inclusa Caritas italiana, è stata ed è il segno di una relazione che continua nel tempo, fondata sul rapporto tra le chiese sorelle, sulla fiducia reciproca e sullo scambio di competenze.
Il giorno precedente alla celebrazione si è tenuto un incontro tra i partners nella sede di Caritas Sri Lanka.
Unitamente agli input di alcuni esperti – un economista professore universitario, un docente universitario parte dell’attuale governo dello Sri Lanka, e un avvocato attivista per i diritti umani – si è delineato il quadro della situazione socio-economica politica del paese.
Lo Sri Lanka infatti ha attraversato una profondissima crisi politica ed economica nel 2022 che ha solamente seguito a quella derivata dalla pandemia e dagli attacchi delle bombe delle chiese il giorno di Pasqua nel 2019.
Il forum è stato un’occasione molto importante per ascoltare dalla viva voce delle Caritas diocesane e degli esperti del paese la situazione.
Caritas Sri Lanka, ovviamente, ha continuato non solo a rispondere ai bisogni dati dalle differenti crisi che si sono susseguite ma anche supportare le fasce più emarginate della società tra cui spiccano i lavoratori delle piantagioni, le famiglie guidate da donne sole, i bambini e le persone con disabilità e i giovani.
Allineandosi alle direttive del proprio stesso piano strategico Caritas Sri Lanka attua diversi interventi sia in un’ottica di risposte immediata ai bisogni, sia di sviluppo di medio lungo termine sia di advocacy.
Sono frequenti, infatti, i contatti con il governo e le amministrazioni provinciali e locali per garantire che la voce degli ultimi sia portata fino ai decisori e si possa, non senza difficoltà, lavorare all’ eradicazione delle cause delle povertà.
Da pochi mesi il Paese ha un nuovo presidente ed un nuovo governo.
Il viceministro del turismo e del lavoro estero è stato presente all’incontro portando anche la visione del governo e raccogliendo alcune delle sfide segnalate dalle diocesi.
Aggiornato il 26/03/25 alle ore 15:35La tragedia infatti è stata un’occasione per intercettare i bisogni di moltissime comunità e iniziare processi di sviluppo a lungo termine che continuano a dare i loro frutti anche ora.