14 Aprile 2025

C’è solo la strada su cui puoi contare

Ancora oggi le strade delle città hanno tanto da raccontare e da svelare sulla società che siamo, sul nostro modo di vivere e di relazionarci. Un racconto dai carrugi, dai vicoli e dalle strade della Superba insieme a YOUngCaritas Genova

Le foto di questo articolo sono di Giulia Ferrando

«C’è solo la strada su cui puoi contare – cantava Giorgio Gaber –. Bisogna ritornare nella strada, nella strada per conoscere chi siamo». 

E ancora oggi le strade delle città hanno tanto da raccontare e da svelare sulla società che siamo, sul modo di vivere e di relazionarci cui ci siamo abituate.

Ci sono sempre e comunque persone che si trovano a passare le notti negli anfratti, sotto portici, fuori dalle stazioni, in qualche pensilina del bus o sotto un cavalcavia. Accampamenti di cronici personaggi isolati dalle sostanze o dal disagio mentale che ne hanno incancrenito la condizione e reso estremamente complicato ogni percorso di autonomia. Ma anche appoggi temporanei di persone migranti, magari rimbalzate da strutture, da una frontiera o da una questura.

Talvolta l’assurda banalità di situazioni rimaste escluse dai pochi posti esistenti in strutture di accoglienza – sempre insufficienti e sottofinanziate dall’ente pubblico, per il poco che costerebbe creare dei percorsi di housing first, a beneficio di tutta la collettività. 

È verso questa marginalità estrema che da sempre si rivolgono qua e là gruppi, movimenti e singole cittadine intraprendenti, dove sbilanciandosi eccessivamente nell’assistenzialismo, dove tentando approcci più relazionali finalizzati all’aiuto, in generale dando vita a occasioni in cui si rompe la barriera dell’invisibilità, e sulle stesse strade due “categorie” di persone abitualmente parallele, intangibili l’una all’altra si riescono a incontrare, chiamare per nome, stringere la mano.

Da questa possibilità è nato nel 2024 il percorso proposto da YOUngCaritas Genova, che affiancandosi a persone già operative in modo autonomo da qualche anno, ha coinvolto ogni domenica sera alcune decine di giovani che si avvicendano nella preparazione di pasti caldi di qualità, e nella loro distribuzione nei principali punti di pernottamento del centro città. 

Un ritrovo pomeridiano per cucinare insieme, e un successivo giro serale con due caratteristiche principali: la cura della scelta dei piatti cucinati (per invertire la tendenza a procurare “cibo di serie B” a persone diffusamente considerate “di serie B”), la cura delle relazioni nell’accostarsi ai giacigli dove si impara a svegliare delicatamente la persona, a salutarla per nome, a offrire una scelta di piatti caldi e qualche chiacchiera non frettolosa.

Dalle tante persone giovani, tra i 18 e i 30 anni, che colgono questa opportunità anche una tantum,

emerge lo stupore e la passione di riscoprire una versione differente, parallela, della propria città, dove si apprende la pratica di considerarsi coinvolti,

responsabili delle situazioni più complesse, scartate, apparentemente inaccessibili e sgradevoli, e dove invece si scopre un possibile canale di incontro, convivialità, confronto.

Un monitoraggio che può diventare anche “politica” nel dare con continuità materiale utile per portare casi, istanze ed esigenze ai corretti canali amministrativi e giuridici, e ai vari servizi specifici cittadini.

Crescere tra studi universitari e prime esperienze lavorative, con la coscienza concreta di ciò che “nascondono” le strade della nostra città, dei muri che si possono abbattere, delle attenzioni che si possono avere, può essere la chiave per appassionarsi ad avere un ruolo di cittadinanza attiva, in tutti gli ambiti della vita, dal dove e come si abita al dove e come si lavora, alle realtà con cui si resta collegati e nelle quali ci si può mobilitare per agire prossimità.

In tempi di sfide urgenti, di eventi geopolitici disarmanti, di cattivismo normalizzato ed esistenze tendenti all’egocentrismo, poter sperimentare a facile accesso un’esperienza di unità di strada, dove imparare ad abitare una complessità, una contraddizione personale, uno stile insolito, può restituire coraggio e speranza che insieme – costruendo piccoli gruppi appassionati – si può bucare la coltre dell’impotenza e della rassegnazione, e avere un impatto sulla realtà.

Magari invisibile ai più. Ma che ci cambia le vite, e semina anticorpi alla desertificazione umana.

Martedì 29 aprile, alle ore 19.30, andrà in onda su TV2000 uno speciale del programma In Cammino su YOUngCaritas con un collegamento proprio dalla YOUngCaritas di Genova

Arcihivio blog “YOUngCaritas”

Aggiornato il 18/04/25 alle ore 07:54