Fidel Castro, un profilo non semplice da raccontare
Il 26 novembre 2016 moriva il lider maximo Fidel Alejandro Castro Ruz. La notizia fa subito il giro del mondo e l’Avana si avvolge nel lutto, ammutolita. Tanti i commenti, chi ne elogia la figura e chi, come per gli anticastristi della comunità cubana statunitense è “la fine di un capitolo orribile”. “E’ morto un tiranno – esultano – e finalmente può cominciare una nuova era”. Forse la testimonianza più saggia l’ha data l’ex presidente Obama “.. la storia giudicherà l’enorme impatto di questa singolare figura sulla gente e sul mondo attorno a lui”.
Tracciare un suo profilo non è semplice, poiché si rischia la retorica, ma al di là di come la pensi su questo rivoluzionario, uomo di potere, con Fidel Castro, Cuba diviene il primo Stato americano a essersi avviato verso il socialismo. Fidel Castro La rivoluzione cubana. Le origini del socialismo latinoamericano (Edizioni Pgreco, pagine 332) Al di là delle ombre che circondano il suo personaggio, è però innegabile che Castro guidò un’impresa senza precedenti, destinata a cambiare per sempre le sorti dell’America Latina e a influire profondamente sul resto del mondo. Egli è sempre stato un brillante parlatore che esprimeva concetti importanti con proprietà di linguaggio, travolgente e coinvolgente con i suoi interlocutori. Un pragmatico che ha sempre fatto ciò che più gli conveniva, plasmando idee e rapporti secondo le necessità del momento.
Fidel ha avuto un’educazione cattolica (aveva studiato dai gesuiti), ma come descrive il frate domenicano brasiliano Frei Betto Fidel e la religione (Ocean Press, pagine 324), in vita sua si é comportato nei modi più assurdi nei confronti dei culti religiosi, arrivando a vietarli dopo il trionfo della rivoluzione e rinchiudendo preti e santéros nelle famigerate UMAP (veri e propri lager).
Sono tre i papi che egli ha incontrato negli anni in più occasioni. A cominciare dal 21 gennaio 1998, quando papa Giovanni Paolo II visitò l’Avana, parlando di “grande fiducia nel futuro di Cuba”. Molti anni dopo, nel settembre 2012, Benedetto XVI ribadì l’auspicio di un “cammino comune” per tutti i cubani; l’ultimo incontro avvenne il 20 settembre 2015 con papa Francesco che parlò di “piccoli ponti” che uno dopo l’altro fanno il grande ponte della pace” e grazie alla mediazione vaticana, il 17 dicembre 2015, venticinque anni dopo la caduta del Muro di Berlino, i presidenti Barack Obama e Raúl Castro hanno annunciato la “ripresa del dialogo” per normalizzare le relazioni tra i due Paesi.