04 Dicembre 2024

Franca Viola e le altre

Con questo numero mi congedo, ringraziando chi ha avuto la bontà di leggermi ogni mese dal novembre 2007, prima con IC cartaceo e poi online. Ho sempre cercato, con numeri monografici, di trovare temi che potessero suscitare curiosità e interesse, per soddisfare sempre più la mia e la vostra “sete” di sapere. GRAZIE!
Francesco Dragonetti

Franca Viola, una ragazza di 18 anni di Alcamo, in Sicilia, viene rapita la sera del 26 dicembre 1965. È un rapimento insolito: segregata e violentata per otto giorni da un giovane del suo paese, diviene poi famosa in quanto è la prima a rifiutarsi di sposare il suo aguzzino. Lui la vuole ma Franca non lo ama. Però in quella Sicilia dei primi anni ’60 vige il patriarcato e le donne sono degli oggetti di proprietà dell’uomo. La volontà di Franca non conta nulla: non si sa cosa sia l’autodeterminazione sentimentale delle donne. La ragazza viene tenuta sequestrata diversi giorni e solo dopo una soffiata ai carabinieri, viene liberata.

I giornali dell’epoca all’inizio si disinteressano alla storia, perché sembra essere una come tante. Il finale, scontato, sembra essere quello che già tante volte si è ripetuto in quegli anni. L’unico modo per la ragazza, per colmare il disonore, è sposare il suo violentatore, le cui colpe saranno espiate con quel matrimonio riparatore: lo dice anche l’art. 544 del codice penale.

E qui avviene il colpo di scena: Franca dice no! Questa giovane ragazza dice no a tutto e tutti, contro una società arcaica e maschilista. Franca ha il coraggio di dire che non vuole sposare un uomo che non ama. Dichiara infatti: «Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto. L’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce».

Anche se la legge scritta dello Stato dà ragione a Franca, la “legge” della gente l’ha già condannata da tempo. Nel momento più inaspettato, conosce un ragazzo e si sposa.

La storia di Franca Viola la troviamo anche in “Niente ci fu” di Beatrice Monroy (la meridiana, pagine 112), ed è emblematica dell’emancipazione delle donne in Sicilia. Si tratta della prima donna che si ribella allo status di oggetto delle donne. Tutto questo, anni prima delle battaglie femministe del ’68 e degli anni ’70. Si veda anche “Il secolo delle donne. L’Italia del Novecento al femminile” di Elena Doni e Manuela Fugenzi (Laterza, pagine 237).

E oggi? La violenza contro le donne è stata identificata dalla comunità internazionale come un ostacolo al pieno godimento dei loro diritti e tante sono le donne simbolo della lotta per la libertà che subiscono privazioni, ingiustizie e rischiano la tortura, l’imprigionamento o la morte e si battono per la parità in materia di lavoro.