04 Novembre 2024

Imprenditoria femminile, allevamenti, pozzi

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AFRICA

ANGOLA | Imprenditorialità per donne migranti

La Commissione pastorale diocesana per i Migranti e gli Itineranti è una delle parrocchie più importanti della Diocesi di Uíje, data l’intensità del flusso migratorio esistente. Fondata nel 2012 dalle Suore Scalabriniane, è composta da leader volontari provenienti da diversi villaggi. Non dispone di sussidi finanziari per le attività. Nel 2022 l’Angola ha registrato un aumento significativo dei migranti irregolari entrati nel territorio nazionale in particolare per l’estrazione di diamanti, il contrabbando di merci, il commercio illecito, nonché lo sfruttamento e il traffico di persone, soprattutto minori. Questo progetto nasce proprio dalla realtà della mobilità umana presentata, dalla necessità di accoglienza, integrazione e inserimento delle persone che arrivano quotidianamente. Il gruppo beneficiario per sviluppare questo piccolo progetto è composto soprattutto da donne migranti. Lo scopo è implementare l’attività di formazione umana e di generazione di reddito per migliorare la loro qualità di vita, delle rispettive famiglie e della comunità. Nello specifico si organizzerà un corso di lingua portoghese per 30 giovani uomini e donne; un corso di medicina alternativa per 50 donne; un laboratorio artigianale con materiali di riciclo in favore di 15 ragazze, oltre a fornire un aiuto economico per iniziare un’attività di piccola impresa a 10 ragazze migranti.

  • Costo: 5.000 euro | Causale MP 85/24 ANGOLA

GUINEA BISSAU | Pozzo di acqua potabile

Il progetto si realizzerà in Bambadinca, regione di Bafatá. La sua popolazione è principalmente composta da gruppi etnici spesso in conflitto tra di loro. Qui l’agricoltura è l’attività economica predominante. Il Centro comunitario Casa do Menor è l’unico centro attivo nella zona, oltre alla parrocchia, che accoglie giovani e famiglie. Ogni giorno circa 60 bambini e adolescenti sono coinvolti in attività volte a contrastare la povertà educativa, la malnutrizione e la povertà in generale. Il centro non dispone di una fonte di acqua ed è costretto a usare quella della parrocchia che si trova poco distante ma che non assicura la fornitura per tutti. Lo scopo del progetto è quello di garantire un accesso sicuro all’acqua potabile realizzando un pozzo artesiano. I beneficiari diretti sono circa 60 bambini e adolescenti di età compresa tra i 7 e i 17 anni che vivono in questo territorio segnato da povertà economica, infrastrutturale e educativa. A beneficiare del progetto saranno anche le famiglie dei bambini e ragazzi, che vivono in condizioni di povertà estrema poiché l’acqua sarà messa a disposizione anche per le loro necessità quotidiane; e i missionari del centro, che avranno acqua per le loro attività di autosostentamento (orto e allevamento di galline e maiali). Il pozzo sarà alimentato da pannelli solari che garantiranno un consumo di energia rinnovabile.

  • Costo: 5.000 euro | Causale MP 98/24 GUINEA BISSAU

AMERICA LATINA

ECUADOR | Acquisto materassi per centro di persone con problemi di dipendenze

Il CETAD (Ciudadela Reeducativa Sembradores de Vida) è un centro specializzato per il trattamento delle persone con problemi di consumo di alcol e droghe. Creato nel 2013 per mancanza di centri specializzati nel trattamento dei tossicodipendenti e degli alcolisti, il centro offre percorsi completi per la rieducazione di uomini adolescenti e adulti dipendenti da sostanze, con un approccio tecnico-scientifico e un team professionale e interdisciplinare impegnato nel rispetto degli standard e delle certificazioni internazionali. Il centro di riabilitazione attualmente dispone di materassi in pessime condizioni. Un ambiente favorevole per il recupero e un riposo adeguato sono componenti fondamentali di questo processo. L’obiettivo principale del microprogetto è pertanto migliorare le condizioni di alloggio e di riposo dei degenti. Nello specifico il centro chiede l’acquisto di nuovi materassi di qualità e fodere anti-fluido. I beneficiari diretti del microprogetto sono maschi adolescenti (fascia di età 11-17 anni) e maschi adulti (fascia di età 18-60 anni), per un totale di 70 persone.

  • Costo: 4.830 euro | Causale MP 108/24 ECUADOR

ASIA

INDIA | Allevamento di capre

Le donne delle tribù sirumalai vivono una condizione piuttosto arretrata rispetto alle donne di altre tribù, a causa della loro deprivazione economica e della mancanza di consapevolezza e accesso a misure di sviluppo valide. L’attività di allevamento delle capre è stata ritenuta fattibile in quanto comporta minori costi e spostamenti, i pascoli nella regione sono ampi quindi l’allevamento non recherebbe danni all’ecosistema e all’ambiente. Le donne delle tribù sirumalai versano in condizioni di estrema povertà; molte sono vedove e senza possibilità di un introito per sostenere l’intera famiglia generalmente molto numerosa. Saranno selezionate 25 donne alle quali saranno consegnate quattro capre. Dallo studio sulla fattibilità e sostenibilità del progetto è emerso che in circa 6/7 mesi nasceranno alcune caprette che potranno essere in parte vendute. Questa attività genererà in tempi rapidi un introito per le donne e le rispettive famiglie.

  • Costo: 4.760 euro | Causale MP 104/24 INDIA

UNO DEI MICROPROGETTI REALIZZATI: TESTIMONIANZE
MP 11/24 | TANZANIA | Un allevamento per sostenere le donne vittime della violenza di genere

Dall’alto a sinistra in senso orario: Awesa, Mary, Josephine, Josephina

«Facevo fatica a mantenere da sola i miei genitori malati e i miei figli». Awesa Hamis, 26 anni e tre bambini di 2, 5 e 7 anni, è un po’ il prototipo di tutte le donne che hanno partecipato al microprogetto.

Nel loro contesto la discriminazione di genere si manifesta nell’impossibilità di trovare lavoro a causa della scarsa educazione, di lasciare i figli piccoli per andare a lavorare, nella cultura locale che, madri senza mariti, le emargina e le rifiuta nell’ambiente di lavoro.

Nella parrocchia di Namombwe, Diocesi di Mtwara, 125 donne (cristiane e non) hanno partecipato alla formazione per costruire una porcilaia, gestire l’allevamento e, come cooperativa, vendere la carne. Sono stati regalati loro 90 porcellini e 6 verri per la riproduzione, con cui iniziare l’allevamento.

«Finalmente posso occuparmi dei miei genitori anziani e malati e allo stesso tempo garantire un’educazione a mio figlio di 7 anni», commenta Mary Chitete che ha 28 anni.

Per Josephine, 26 anni, due figli di 2 e 5 anni, è una questione di dignità: «Non sono più dipendente dalla carità degli altri! Ora lavoro e guadagno per la mia famiglia».

Aggiunge Josephina, 32 anni e due figli: «Il progetto ha fatto nascere un senso di unità e di mutuo aiuto con tutte le altre donne. Non è solo il fatto che siamo in grado di mantenere le nostre famiglie, ma che sappiamo di non essere sole e troviamo forza una nell’altra».

Lavorare insieme può portare lontano.