Anche io promuovo la corretta informazione
:: PRIMA DI INIZIARE :: Chi in Caritas si occupa di comunicazione (cioè tutti) è chiamato a promuovere spazi dove la voce delle persone in situazione di vulnerabilità possa essere accolta e ascoltata, in modo da facilitare la narrazione delle storie e l’incontro con le vite uniche di ciascun fratello e sorella :: BUONA LETTURA!
Per me “Scarp de’ tenis” è un affare di famiglia! Mi chiamo Rajaa Bajaa, sono nata in Marocco e vivo in Italia da circa 15 anni. Con il mio “saggio marito” Brahim o mia figlia Romaissa di 15 anni, ma anche con Imran e Anass di 9 e 7 anni, ci capita spesso di parlare di “Scarp”. Mia figlia, studentessa appassionata di scienze umane e aspirante criminologa, ama sfogliare la rivista per cercare storie interessanti su cui riflettere.
Le idee che ci facciamo sulla realtà dipendono dalle informazioni che abbiamo. Se le informazioni sono sbagliate, le idee che ci faremo saranno sbagliate, penseremo e giudicheremo il mondo che ci circonda in modo sbagliato, agiremo in modo sbagliato, con tutte le conseguenze. Io sono una mamma, ci tengo all’educazione dei miei figli. Ma ogni comportamento è frutto di un pensiero e il pensiero vive di informazioni. “Scarp”, da questo punto di vista, è una fonte fresca, inesauribile e sempre interessante. Anche per questo amo il mio lavoro di venditrice.
Naturalmente ci sono i contatti con persone stupende, dai volontari che mi accolgono nelle parrocchie ai lettori della nostra rivista. A Breganze, ad esempio, non c’è appuntamento in cui manchi il cappuccino con la brioche o la cioccolata calda, che mi arriva direttamente dal bar adiacente la chiesa, con tanto di vassoio!
C’è ovviamente il guadagno dalle vendite, che certamente fa comodo. Ma questo calore della gente, l’accoglienza e l’amicizia delle persone… “non hanno prezzo”, come dice la famosa pubblicità.
A volte mi accompagna anche Imran, mio figlio di 9 anni. Mentre io vendo i miei giornali lui gioca sul sagrato. Qualche volta vuole aiutarmi, vorrebbe fare anche lui il venditore: ho dovuto spiegargli che è ancora troppo piccolo per avere un contratto. Mi fa tante domande: di cosa parla il giornale? Chi scrive le storie? Dove vanno i soldi? Mi piace questa sua curiosità. Mi piace rispondere alle sue domande, mi permettono di parlargli di cose belle, vere e importanti. Anche questo è un modo per aiutarlo a crescere. Poi si sa, i figli devono fare le loro esperienze, le loro scelte… Noi genitori, però, intanto, seminiamo.
Quando sono arrivata in Italia dal Marocco più di 15 anni fa, mi sono data subito da fare. La proposta di questa attività, subito, mi spaventava, ma ho accettato per la fiducia che avevo nelle volontarie Caritas che me l’avevano proposta. In tutto questo tempo Goretta e Flavia, della parrocchia del Sacro Cuore di Sarcedo, il Comune in cui vivo con la mia famiglia, mi sono sempre state vicine. Anche la nostra attività ha conosciuto, con la pandemia, momenti di difficoltà.
Questa espansione sta già dando qualche frutto. Siamo sempre fiduciosi e contiamo sull’accoglienza dei volontari locali e della gente, che speriamo possano appassionarsi sempre di più al nostro progetto e diventare fedeli lettori di “Scarp”! Credo che la corretta informazione vada sempre difesa e promossa; oggi, forse, più che mai! Anche io, con “Scarp”, faccio la mia parte!