Tablet: se l’uso è consapevole
Le parole inglesi smartphone e tablet ormai non sono più termini sconosciuti, anzi, sono entrati nella nostra quotidianità, quali gadget elettronici di largo uso. Eppure, in molti casi, suscitano ancora diffidenza o timore.
Ma l’uso del computer, di Internet, aiuta o riduce la memoria? Migliora o ostacola le capacità d’imparare dei nostri figli a scuola? Cosa comporta l’uso simultaneo di più dispositivi? Fare i compiti, leggere, parlare interagendo con le sollecitazioni del cellulare è deleterio o semplicemente normale? Domande cui risponde Elena Pasquinelli in “Come usare il tablet in famiglia. Piccola guida per genitori 3.0” (Editore Laterza, pagine 178). L’autrice valuta gli effetti che l’uso quotidiano di tablet, smartphone e computer esercita su alcune funzioni cognitive fondamentali del nostro cervello: attenzione, memoria, apprendimento, controllo sulle scelte, gestione del tempo e socialità.
Scuole di pensiero asseriscono che il tablet a scuola sia deleterio, ma secondo Lorenzo Tomasin ne L’impronta digitale. Cultura umanistica e tecnologia (Carocci, pagine 144), istruire significa anche emancipare, poiché rifiutare o disdegnare il necessario aggiornamento dei mezzi è assurdo. Ovviamente va fatto in maniera appropriata, anche se, secondo Tomasin, oggi è bene che i ragazzi si stacchino dai display ai quali sono sempre connessi.
Tra i mezzi di comunicazione che hanno avuto uno sviluppo immediato, l’evoluzione dei quotidiani è sicuramente legata a un’interazione dinamica tra processi culturali, sociali, economici, politici e innovazioni tecnologiche. Ma quale ruolo svolgono i tablet nella storia del giornalismo? Dalle gazzette ai quotidiani online e su iPad, come sono cambiati i linguaggi, formati, il rapporto con i lettori, modalità di consumo e strategie di marketing? Nell’obiettivo di rispondere a questi interrogativi, Elena Valentini con “Dalle gazzette all’iPad. Il giornalismo al tempo dei tablet” (Mondadori Università, pagine 250) presenta uno studio, in prospettiva sociale e comunicativa, sui tablet e su potenzialità nel mercato editoriale e dell’informazione. L’iPad non salverà i giornali, né li condannerà alla scomparsa. È però una sfida e un’occasione per innovare contenuti, esperienze di consumo, relazione con i pubblici e modelli di business. In tutto ciò, un uso consapevole e intelligente delle tecnologie digitali, sarà sicuramente prezioso nell’educazione dei nostri figli e, perché no, anche per noi.