Vittime ed artefici
Uno spaccato dei volti e delle storie di povertà in tempo di pandemia. È quanto emerge dal Rapporto di Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale Oltre l’ostacolo che, facendo seguito ai 4 monitoraggi nazionali effettuati nel 2020, viene pubblicato il 16 ottobre, alla vigilia della Giornata internazionale di lotta alla povertà.
Il Rapporto prende in esame le statistiche ufficiali sulla povertà, i dati di fonte Caritas, il tema dell’usura e del sovraindebitamento, la crisi del settore turistico, lo scenario economico-finanziario, le politiche di contrasto alla povertà.
Aumentano cronici e intermittenti
Come sottolinea il titolo, l’obiettivo è cogliere ed evidenziare, a partire dalle situazioni e dalle storie incontrate nei territori, elementi di prospettiva e di speranza.
Le statistiche ufficiali ci dicono purtroppo che solo in Italia si contano oltre 1milione di poveri assoluti in più rispetto al pre-pandemia. Di essi, molti sono bambini e ragazzi under 18. La povertà minorile, e in genere le sofferenze dei giovani a causa della pandemia, anche sotto il profilo educativo non possono lasciarci indifferenti.
In linea con questi numeri sono i dati rilevati dalle 218 Caritas diocesane sparse in tutta Italia, espressione delle rispettive Chiese locali.
Certo, allargando lo sguardo al 2021 vediamo che diminuiscono i nuovi poveri, tornando quasi ai livelli prepandemia, ma aumentano le forme di povertà cronica e di povertà intermittente, cioè persone in balia degli eventi economici, occupazionali, familiari e sanitari, che cadono facilmente in situazioni di povertà e di bisogno.
È indispensabile che i benefici della crescita economica
siano distribuiti in modo da ridurre quanto più possibile
le disuguaglianze che la pandemia ha approfondito
Questi dati – come ha sottolineato il Presidente della Conferenza episcopale Italiana, cardinale Gualtiero Bassetti, aprendo i lavori del Consiglio Permanente lo scorso 27 settembre – si prestano a una lettura ambivalente. Da una parte, possono essere indice dei primi effetti positivi della ripresa; dall’altra, mostrano che ancora troppe persone continuano a “non farcela” e rischiano di vedere in qualche modo cristallizzata la propria condizione di bisogno. È dunque indispensabile che i benefici della crescita economica siano distribuiti in modo da ridurre quanto più possibile le disuguaglianze che si sono approfondite a causa della pandemia. Senza lasciare nessuno indietro.
Questo sarà l’impegno della Caritas, dentro uno scenario ecclesiale più ampio: il cammino di riflessione e condivisione di tutta la Chiesa che, accogliendo l’invito di papa Francesco, si interroga sulla sinodalità.
Vogliamo farlo a partire proprio dai giovani, che papa Francesco nell’udienza per i 50 anni di Caritas Italiana ha definito «le vittime più fragili di questa epoca di cambiamento, ma anche i potenziali artefici di un cambiamento d’epoca». Dando spazio alla loro creatività e al loro protagonismo, che si è evidenziato durante la pandemia.
* presidente di Caritas Italiana